Creare un sistema innovativo (e sano) sin dalle basi
felipe in: Articoli, Guide e HowTo, Ergonomia, News e altre Sciccherie il 1/04/07 @ 18:16 , trackbackFinalmente ho trovato il tempo e la voglia di leggere questo lungo post di “Optimized optimism” (è in inglese, sorry), in cui si discutono una serie di aspetti che le distribuzioni GNU/Linux non implementano nella maniera che l’autore ritiene intuitiva al contrario invece, sempre secondo lui, di Macos e Winzoz.
Il mio alterego sarebbe propenso a liquidare la faccenda rispondendo che quasi tutti i punti sono delle boiate inutili e che se uno vuole un sistema come quello auspicato dall’autore farebbe bene a seppellirsi dentro a una luccicante prigione proprietaria con una bella mela stampata ovunque. Però… forse l’idea di fondo è condivisibile.
Gestione delle applicazioni
Winzoz installa le applicazioni in un percorso abbastanza prevedibile e ognuna porta con sé eventuali librerie necessarie al funzionamento, è possibile installare più versioni della stessa applicazione contemporaneamente. MacOSX ha le applicazioni “self contained” consistenti in una directory che contiene tutto il necessario e possono essere trascinate ovunque non necessitando di una vera installazione.
In GNU/Linux al contrario si usa il vecchio standard unix secondo il quale tutto è sparpagliato nel filesystem. Le librerie vanno in due o tre posti, i binari in altri due o tre posti, le risorse condivise in altrettanti “luoghi”… esiste un’abbondanza di standard e un numero di differenti interpretazioni della gerarchia che rendono ogni distribuzione differente dall’altra. E spesso incompatibile.
Configurazione
Winzoz usa l’infame registro di sistema, che - sebbene poggi su dei principi condivisibili - è un incubo in quanto è tutto un immenso blob binario capace di trascinare l’utente all’inferno. MacOSX usa dei più semplici file di configurazione che seguono uno standard comune a tutte le applicazioni e possono essere semplicemente eliminati per azzerare la configurazione.
In GNU/Linux esiste il caos più totale, e non è una novità: in /etc esistono file di configurazione che seguono ognuno uno standard diverso, in moltissimi casi nessuno standard. Esistono configurazioni su file di testo semplice e su file xml e ogni distribuzione sceglie accuratamente di restare incompatibile con le altre. Triste ma vero :/
Altre inutili quanto legittime farneticazioni
L’autore continua l’articolo esaminando lo stato della “Clipboard” (altro punto delicato er GNU/Linux) e si spinge a prendere in esame perfino la composizione delle comunità di sviluppatori e utenti delle tre diverse piattaforme… noi invece ci fermiamo ai punti finora espressi, perché hanno uno senso :)
Se volete leggere le altre considerazioni dell’autore vi rimando all’originale ma mi associo al mio alterego che si è espresso in apertura :D
Conclusioni mie filosofiche ma non troppo
Fa sempre bene leggere questo tipo di comparazioni problematiche, ed è ottimo farle alla luce del sole. Nessuno è così stolto da pensare che ci possa essere innovazione e crescita senza confrontarsi con gli altri.
Purtroppo (e per fortuna) però, il software libero non vedrà mai tanto facilmente un set di standard “imposti” da nessuna entità, specie se si tratta di standard che cambiano radicalmente il modello attuale. Non si può fare altro quindi che sperare che la selezione darwiniana che viene operata nel software libero porti infine le migliori soluzioni ad affermarsi e magari a scalzare alcune vecchie tradizioni che sono, appunto, vecchie.
Quali siano queste “migliori soluzioni” ovviamente non ci è dato saperlo, così come non è nostro compito decidere la direzione da intraprendere. Posso però indicare alcuni progetti che tentano ambiziosamente di rimescolare le nostre certezze, ne ho parlato qui su pollycoke :) in passato, e torno a portarli all’attenzione di tutti nella speranza di incuriosire più gente possibile, cosa che - a quanto mi dicono - mi riesce abbastanza bene :)
Gobolinux - è una distribuzione GNU/Linux turca brasiliana che usa una struttura delle directory per certi versi simile a MacOSX e per altri a Winzoz. Al posto dei vecchi nomi /etc /bin /usr ecc ecc (dettati da necessità che negli anni ‘60 erano oggettive e impellenti) Gobolinux usa poche directory dal nome chiaro come /Depot /Library /Users /Programs e all’interno di queste la struttura è interamente concepita per essere intuitiva (e posso confermare). Le applicazioni, inoltre, vengono installate ognuna nella propria directory e divise in base al numero di versione (es: /Programs/Firefox/2.0.2/): questo elimina completamente i problemi di conflitti tra librerie e applicazioni.
Klik - uno dei miei progetti preferiti, prende il concetto di “AppDir”, già noto agli utenti Mac ma non solo, e lo perfeziona al punto da farlo diventare un’opera d’arte. Ogni applicazione è costituita un solo file che contiene un’immagine della directory contenente tutto il necessario al suo funzionamento. Il file viene montato grazie a FUSE ed eseguito da qualcunque percorso in cui si trovi. Ho parlato diffusamente di Klik in passato e seguo silenziosamente il suo sviluppo da sempre :)
Elektra - non tutti lo conoscono e io stesso - pur conoscendo il progetto - non ne ho mai scritto. Elektra si pone l’obiettivo di trasformare la configurazione nei sistemi GNU/Linux in un insieme standardizzato secondo il quale tutte le configurazioni sono contenute in file xml. L’aderenza agli standard permetterebbero una interoperabilità senza precedenti tra tutte le distribuzioni e faciliterebbero la creazione frontend grafici portabili a qualsiasi distribuzione.
Vale la pena di far notare che Gobolinux, Klik ed Elektra, sono soluzioni funzionanti già adesso.
Commenti»
non si può negare che in GNU/Linux siano presenti delle caratteristiche retaggio di un passato tutt’altro che User Friendly
“Nessuno è così stolto da pensare che ci possa essere innovazione e crescita senza confrontarsi con gli altri.”
QUESTO è parlare.
Un primo passo (IMHO utilissimo) sarebe quello di creare uno standard (che ne so, basato su XML o file di testo o qul che si vuole) per la configurazione delle applicazioni, in modo che aprire un file presente in etc non sia una novità ogni volta :D
Se ci fosse uno standard, inoltre, si potrebbero realizzare facilemnte interfaccie che permettono di configurare oi programmi presenti sui PC senza diventare matti a capire cosa si sta facendo, perchè inserendo uno spazio nel posto sbagliato un demone si uccide (per esempio vedi courier :D )
Il fatto che ogni programma si porti dietro le librerie secondo me sarebbe un suicidio; va bè che lo spazio è meno costoso che qualche anno fa, e che le connessioni a banda larga si stanno diffondendo, ma non esageriamo!
I path ormai mi sembrano abbastanza diffusi e conosciuti, che senso ha cambiarli? (se non ricordo male sono anche diventati “standard” secondo la Linux Foundation). D’accordo invece sulla possibilità di aver più versioni di programmi sul PC (già possibile), magari organizzando meglio le sottodirecory).
Ciao
Mavimo
“Vale la pena di far notare che Gobolinux, Klik ed Elektra, sono soluzioni funzionanti già adesso.”
QUESTO E’ DAVVERO parlare…
Complimenti felipe, bel post davvero, è indubbio che la gestione delle applicazioni e dei file di configurazione così come sono gestiti in gnu/linux siano da rivedere, conosco linux da un po’ ma certe volte mi perdo proprio, ma anche la mela ha le sue brutture (le cartelle DS_store, ancora non ho ben capito a che servano) e windows, lasciamo stare…
A mio modesto avviso un modello come klik sarebbe di aiuto a risolvere il bug #1 di ubuntu, ma è anche vero che lo stesso sistema avrebbe una quantità di librerie doppioni che farebbe crescere l’uso di spazio di almeno il 20-30%
Credo che la struttura attuale, semplicemente rivisitata (xml per le configuarioni, un unico linguaggio per gli script, etc…), sarebbe la soluzione migliore… ma fino a che una distro di dimensioni “sostenute” (vedi ubuntu, fedora) non decida di fare questo salto, difficilmente ciò accadrà :(
Gobolinux & company saranno già funzionanti adesso ma il problema principale di GNU/Linux secondo me è “Purtroppo (e per fortuna) però, il software libero non vedrà mai tanto facilmente un set di standard “imposti” da nessuna entità”. Non voglio dire che deve essere tutto standardizzato, ma navigare tra le migliaia di distro non aiuta certo ad avere degli standard sui quali lavorare.
Voglio precisare che sono un fiero utilizzatore di linux da 2 anni ormai, ma hanno un pò ragione i windowsziani (che non sono una civiltà extraterrestre :D) quando dicono che in certi casi la comunità GNU è troppo eterogenea.
Ora prima di essere fucilato “Nessuno è così stolto da pensare che ci possa essere innovazione e crescita senza confrontarsi con gli altri”, questo è quello che penso ;)
Ma elektra mira a essere disponibile fin dal boot del SO, quindi non usa invece dei file binari? (con corruzione del binario = suicidio)
Proprio in questi giorni sul forum di Ubuntu c’è un’ accesa discussione su questi punti.
Si riuscisse a far un po’ più luce sui vari progetti, e su come si sta muovendo la Linux Foundation in merito non sarebbe male.
Dimmi tu se è possibile linkarti o preferisce di no (ricordo il diverbio venuto fuori riguardo Gnome-Dock)..
Felipe ma GoboLinux però si deve rifare l’installer di ogni programma? Oppure qualsiasi programma può andare bene anche lì?
QUESTO (!!!) è parlare! ;-)
Non mi piace troppo la filosofia di Gobolinux. Linux è uno UNIX e i path delle directory sono definiti da degli standard.
Poi diciamocelo, un po’ ci sono affezionato…
Non vedo l’utilità del progetto Lilk, anche perchè non mi è mai piaciuto il modo in cui si installano le apps con MacOS…
Elektra invece è una cosa auspicabile e probabilmente una libreria per XML è la cosa più adatta a risolvere il problema. Tutto sta a convincere Apache, Smb, grub, dovecot, etc etc
Piccolo flame: siete informatici, cosa ne sapete di tecniche manageriali…..
Mai sentito parlare di approccio Lean, just in time, Toyota Production System? la standardizzazione non è un vincolo, è uno step necessario per il continuous improvement!
Solo standardizzando è possiblie comparare modus operandi diversi ed eventulamente sostituire lo standard con il migliore tra questi!
IMHO credo che ci sia da prendere decisioni su altre parti del sistema prima di andare a occuparsi direttamente delle applicazioni …
ad esempio prendiamo il Mac : quanti degli utenti Mac , presi dalla mania del click ‘n’ run sono capaci di capire come funzioni il proprio kernel , di capirne la natura , di scoprirne i difetti … il caro darwin è un derivato di OSF1 , os dei primi anni ‘90 che integrava un microkernel mach 2.5 e vari emulatori binari di UNIX ( SYS V, BSD 4.4, HP-UX … ) e altri sistemi ( MS-DOS …. ) : tutti i driver di dispositivo , di rete e i filesystem stavano in userspace :-O … la Apple ha preso OSF1 , ha tolto gli altri emulatori binari , ci ha messo quello del MacOS9 e il supporto a un formato binario nuovo , non avendo un proprio stack TCP/IP ha pensato bene di includere BSD 4.4 direttamente in kernel space , il resto lo ha preso da esperienze fatte dai sistemi NextStep … et voilà è nato MacOSX !!!!
molti di voi non se ne saranno accorti poichè il kernel linux non se lo compilano da soli , ma il citato FUSE ad esempio è un tentativo di portare al di fuori del kernel i filesystems ; questo e altri progetti - come ad esempio la virtualizzazione - sono complessivamente figli della necessità di semplificare il kernel linux e di trasformarlo in un quasi semi microkernel …
inoltre l’hardware sta fortemente cambiando sia per quanto riguarda i processori , sia per quanto riguarda il resto : AMD seguita a ruota da Intel forniranno nei multicore futuri tutte le componenti che servono per un computer ( CPU - GPU - DSP Audio ) su uno stesso chip di silicio :-O … è ovvio dire che i microkernel saranno i sistemi più adatti a questo tipo di hardware tanto che per la stessa M$ , il suo Vista sarà l’ultimo dei pachidermici sistemi e si concenterà sullo svluppo di microkernel - provate a dare un’occhiata a un progetto della M$ che si chiama singularity.
Io sono un amante delle applicazioni stand-alone in quanto usufruibili anche da altri supporti (es. disco usb) e solitamente “sporcano” meno, soprattutto in ambito windows. Per questo un progetto come Klik lo approvo appieno, tipo per quelle applicazioni che uso 1 volta al mese e non serve tenerle installate perennemente.
Anche avere uno standard sulla configurazione delle applicazioni sarebbe molto utile, per una nostra maggiore comprensione e per i sopracitati frontend “configura-tutto”.
Dire però che in windows questo aspetto è “migliore” certo NO: non tutte le applicazioni usano il registro di configurazione e lo usano in modo non standardizzato
La cosa dell’installazione dei software non è da sottovalutare. Spesso cerco di convincere utenti windows che si trovano male col suddetto OS a provare GNU/Linux, in particolare Ubuntu (e di mettere da parte i soldi per comprarsi un Mac, intanto). Una delle prime difficoltà che hanno è proprio capire come installare e disinstallare i programmi: non è che sia difficile, ma gli utenti “base” hanno sempre quella sensazione di non avere tutto propriamente sotto controllo e si sentono un po’ spaesati. Queste critiche le ho sentito anche da altri amici che hanno tentato il passaggio spontaneamente, ma poi (purtroppo) sono tornati indietro. In questo caso direi che la selezione naturale la fa il sistema nei confronti degli utenti, e questo non è proprio il modo migliore per progredire. La verità è che senza un approccio più idiot-friendly, purtroppo la diffusione di GNU/Linux è destinata a rimanere bassina. Non che quella di Mac OS X sia alta, ma su questo OS la facilità d’uso è un punto di forza, e la scarsa diffusione è dovuta alla “blindatura” dell’OS stesso dentro macchine Apple (c’è chi, come me, pensa che sia un pregio, ma naturalmente ognuno ha la sua opinione). Mi picerebbe che qualcuno si decidesse, una volta per tutte, a mettere da parte ogni tipo di preconcetto e si concentrasse sulle funzionalità prima che sulla filosofia, in modo da cogliere tutto il buono che c’è in un OS e trasferirlo in una distribuzione completamente idiot-friendly, senza perdersi in altri (rispettabilissimi) giudizi.
@ FYM: Preferisco non sertirne parlare. Molta, troppa fuffa.
Toyota Production System = almeno questo lo ricordo, cimelio del mio esame di Comunicazione delle Organizzazioni. Insieme a Matrici 3D, ed altre fesserie su cui si discute molto e si agisce poco.
Ma non è l’unico campo in cui succede, e nemmeno il mio, quindi chiudo qui il mio OT.
=)
Per quanto riguarda la “gestione” delle directori e dei file di configurazione, concordo pienamente.
Anzi, mi sembra impensabile che non si volgiano mettere daccordo. Sarebbe così semplice.
Per quanto concerne invece le librerie, quello per me è un altro punto, in quanto se iniziamo ad installare 25 mila librerie che fanno le stesse cose, 250 mila cose inutili ecc, arriviamo a fare come Windows che ogni cosa che installi appesantisce drasticamente il sistema operativo.
Ripeto poi:
Ci vuole così tanto a mettersi daccordo?
@ Jeby: os 10 è Idiot-friendly?
IMHO Linux dovrebbe ispirarsi a lui come concetto di usabilità, ma non far divenire i suoi utenti idioti.
Questo mi pare capiti anche in os 10, come in Win. Si dovrebbe trovar un compromesso.
quoto fym, è come andare a rompere le palle alla scala iso/osi XD!!
@ Xander:
naturalmente con idiot-friendly intendo che anche uno che non capisce un mazzo di computer ci può far bei lavori, così come uno che ne capisce ci può mettere le mani dentro e fare quello che gli serve. Cioè, quello che mi pare che uno debba ricordarsi sempre, è che il computer è uno strumento di lavoro: uno lo usa per lavorarci/divertirsi/ecc ed è bene tenere a mente che non tutti gli utenti hanno la passione per la compilazione del kernel, molti semplicemente hanno bisogno di uno strumento affidabile per i loro compiti. Penso che l’idea dovrebbe essere: facciamo un sistema semplice da usare per tutti che però permetta agli utenti esperti di fare quello che vogliono e come vogliono.Credo che OS X più o meno ci riesca abbastanza quasi bene in questo… sicuramente c’è ampio spazio per il miglioramento. Il mio desiderio è che succeda qualcosa di simile anche in Linux.
Rilancio: non è che lo desidero per me! penso che gli utenti debbano avere più scelta, che sia insomma garantita una certa biodiversità, una concorrenza più serrata tra i sistemi operativi, perché è dalla concorrenza che nasce l’evoluzione. Se invece continuiamo a ragionare per “categorie di utenti” (del tipo: Linux lo usano solo gli espertissimi, Mac solo i grafici… credenze diffuse e che “noi” aiutiamo a diffondere) è proprio la fine, e l’evoluzione, se ci sarà, sarà lentissima.
@ Jeby : appoggio in toto.
@ 13. Anonimo - 1 Aprile 2007 @ 20:05
Sei OT nonostante dica delle cose bellissime, spero che il padrone di casa riprenda al più presto i tuoi argomenti decisamente “Avant-garde” —> http://it.wikipedia.org/wiki/Avant-garde_and_kitsch
il problema degli standard è abbastanza sentito e più che mai attuale.
certo se ci fosse un panorama mondiale pulito e corretto potrebbe anche averla vinta una selezione naturale… dove il più forte (versatile, espandibile, longevo etcetc) vince.
Purtroppo i soliti big brothers pilotano un pochino le correnti…. ci vorrebbe veramente una tavola rotonda.
Penso sia indispensabile per un sano e proficuo sviluppo
trovo utile semplificare Linux, snellirlo, ma mi sembra esagerato modificarne il filesystem. Forse sarebbe utile generare un hard link a prova di idiota in cui si possano vedere le cartelle /firefox, /ooffice e via dicendo. Cosi’ un niubai puo’ guardare li.
Per quanto riguarda i conflitti, sono stati risolti anni fa inventando apt-get…quindi ora non ne trovo urgenza.
I problemi da risolvere sono:
1) eliminare il server x a favore del frame buffer!
2) creare applicazioni user friendly per connettersi ad internet e configurare le cose facili.
chi non sa usare il pc non sa fare le cose facili…e’ inutile semplificare un poco le difficili, ok?
gravitoni a tutti ;-)
Diciamo la verità, GOBOLINUX e’ BRASILIANA e non TURCA, sarebbe bello documentarsi prima di scrivere in un blog.
http://distrowatch.com/table.php?distribution=gobo
Saluti
No per essere pignolo…
/Library dove la vedi?
http://www.gobolinux.org/?page=at_a_glance
Penso che l’articolo di Theosib sia fenomenale; il rischio che corre Linux è quello di fossilizzarsi nel retaggio della lunga tradizione UNIX. La tradizione è una ricchezza da cui poter partire, e addentrarsi nella riorganizzazione del file system mi sembra proprio un’idea geniale.
( entusiasmato da GoboLinux :D )
Come utente Macintosh, mi associo all’idea che il design del FS di MAC OS X sia estremamente elegante, sia con qualche difetto come diffuse ridondanze.
Ma come già scriveva Theosib, si tratta di scegliere il compromesso che ci aggrada di più, e magari qualche ridondanza può essere una scelta buona quando comunque si riesce a mantenere il sistema pulito e ben organizzato.
mah, io credo che se tutte le applicazioni seguissero lo standard freedesktop sarebbe gia` un passo avanti (come mettere i file di configurazione in ~/.config/ )
Ad ogni modo io preferisco il tree UNIX classico a quelle boiate in stile Windows / BeOS e trovo il sistema di MacOSX puerile. Vanno bene solo se uno non deve metterci le mani (motivo per il quale non impazzisco per klik e affini).
E comunque i file di configurazione in xml e quelle robe tipo registro di windows o gCOSO di gnome (non mi viene il nome al momento) sono da evitare come la peste.
@Xander:
No problem, su ubuntu-it mi vogliono bene e anzi quel forum contribuisce non pochi visitatori a pollycoke :)
@DierRe:
Se intendi che Gobolinux ha bisogno di pacchetti creati appositamente per quella distro, la risposta è sì
@Anonimo #13:
A parte la definizione di Linux come “quasi semi microkernel” (lol?) il commento è suggestivo
@Jeby:
Concordo anche io con quello che scrivi, infatti Gobolinux (ma non solo) + Klik (idem) + Elektra (idem) sono le prime associazioni di idee che mi vengono in mente quando si immagina il paragone ideale tra GNU/Linux e il mondo proprietario. Le cose cambiano quando si passa dal piano ideale a quello pratico, purtroppo :/
@jnoter:
Seguo Gobolinux da anni e chissà come mi sono convinto che fosse turca… sicuramente deve esserci qualche motivo, anche se ora non ho tempo di controllare, però ricordo che il primo sviluppatore si chiama Hisham Muhammad …boh.
Library sta dentro a System, almeno per quanto ricordi dall’uso di Gobolinux, grazie per le precisazioni, peccato che tu abbia scelto quel tono un po’ acido :)
@tutti:
Grazie per i commenti, sono sempre sorpreso di quanto possa essere interessante il dibattito su questi “pilastri” intoccabili del nostro OS
Credo che il grosso problema nasca dalla visione che si ha del sistema operativo.
Windows e MacOs sono, alla fine dei conti, dei sistemi basati sul presupposto che sia una sola persona ad amministrare ed usare il sistema.
Unix, e di conseguenza Linux, no.
L’avere una divisione fra programmi, librerie, file di configurazione ripetuti in /etc /sbin /home/user e 100 altri posti e’ proprio per permettere una gestione ottimale di diversi utenti sullo stesso pc.
rinunciare a questo significa togliere a linux una delle sue capacita’ maggiori: la flessibilita’.
Per quanto riguarda invece le applicazioni standalone, il discorso cambia.
In questo caso la condivisione delle librerie non e’ sempre un optional usato solo per risparmiare spazio, bensi’ per permettere l’integrazione del sistema.
Se ogni programma poggiasse sulla sua copia della libreria, le comunicazioni fra programmi a cui siamo abituati (GNOME o KDE che sia) sarebbero incredibilmente ardue da gestire se non impossibili.
Si andrebbe verso un sistema stile windows, in cui ogni applicazione sta’ per i fatti suoi e vive nel suo piccolo mondo, in una babele di dati ed interfacce grafiche.
E sfido che il mac riesce a superare questa difficolta’…se le cantano e suonano da soli o quasi, per cui molte librerie che i programmi usano sono li’ di sicuro, integrate nel sistema, senza varianti o opzioni o dubbi, per cui l’impressione che siano standalone e’ proprio questo, un’impressione.
Non dico che il sistema non possa venir migliorato, ma non e’ seguendo caprinamente l’esempio degli altri che ci riusciremo, bensi’ migliorare quello che gia’ sappiamo fare (concedetemi di sentirmi parte della comunita’ ^_^):
Far lavorare il sistema nel modo migliore, per poi aggiungere in separata sede l’interazione con l’utente, che gli faccia vedere quello che gli piace e serve.
Se poi si vuole divertire a spostare le directory a mano…beh, che si legga il manuale.
Dopo questo post fiume, mi permetto anche una citazione
“chi rinuncia alla liberta’ per un po’ di sicurezza, non merita ne l’una ne l’altra” Franklin
in effetti su
windows in italiano i programmi stanno in “programmi”
windows in inglese i programmi stanno in “program files”…
al fine però tutto funziona lo stesso
edit:
a prescindere da quanto detto prima, trovo che il sistema di klik sia estremamente promettente e meriti di essere approfondito e sviluppato, magari creando un doppio file, eseguibile+configurazioni
Saro’ un nostalgico, ma non mi piace l’idea di dovermi portare in giro 200 mb di immagine solo per avere le mie configurazioni di un programma che posso dre per scontato su molte distro (vedi openoffice), o della cui presenza sono comunque sicuro (io ad esempio devo lavorare su 5 o 6 macchine, tutte gestite da me e quindi con gli stessi programmi…).
Premetto che uso Linux da solo 4 anni, quindi quanto segue potrebbe (quasi sicuramente) contenere svariate cazzate.
Per la questione cartelle e file di configurazione. Sono sparpagliati in più punti per dare la possibilità all’utente di usufruire per le sue configurazioni del concetto di “overlay”. Spiego. Il file di configurazione di default per la gestione dei font, che si trova in /usr/share/fonts/ (me lo sto inventando adesso) dice che l’antialias è abilitato di default, in etc il file di configurazione relativo ai font dice al sistema che va bene quello che dice il file di configurazione di default ma l’anti-alias va attivato solo per i font più grandi di 8pixel. Infine l’utente pincopallino nella sua home ho un ultimo file di default che dice che va bene tutto quanto detto prima, ma per il font vattelappesca niente antialias perché a lui fa schifo.
Tutto ciò lo puoi fare solo così.
Per quanto invece riguarda la questione librerie… beh… pensate alla zlib (la libreria di compressione per il formato zip)… beh immaginate che si trovi un gravissimo bug in questa librerie… FFFfffatttttto? Bene adesso pensate di avere un solo punto in cui si trova la libreria e di doverla aggiornare. Quanto ci vuole? Un attimo. Pensate invece se ogni software che usa la zlib avesse la sua nella sua cartella o peggio ancora ce l’avesse linkata staticamente all’interno del proprio eseguibile… Ffffaaattoo? Bene avete pensato a Windows e al perché è un colabrodo.
[OT] A proposito di configurazione e impostazioni centralizzate, potresti prendere lo spunto per un post su gconf. Mi sembra di capire che tu ti trovi bene con questo, ma a prima vista non mi sono chiari i vantaggi rispetto al registro di windows. O meglio: c’è un ovvio vantaggio che è il fatto che le chiavi sono leggibili. Però il resto degli svantaggi se li porta. Ad esempio (rispetto ai file di testo):
- non mi è chiaro come editarlo da terminale
- non mi è chiaro come fare un backup delle impostazioni (con i file di testo basta copiarseli)
- il registro di windows tende a rallentare un sacco il sistema al tendere delle chiavi all’infinito: accade lo stesso con gconf?
Un altro punto in cui secondo me Linux perde: sono amministratore di un piccolo laboratorio di informatica con pc dual boot Linux+Windows; in W32, uno prima di loggarsi fa ctrl-alt-canc ed è *sicuro* di stare scrivendo la sua password nel sistema di login e non in una finestra uguale inventata da un utente per fregargli la password; in Linux una funzionalità di questo tipo non è mai stata implementata bene per davvero (impegnandosi un po’ si riesce a farlo, giocando con il tasto SAK e abbandonando il login grafico, ma sarebbe bello se funzionasse out-of-the-box — e ci vuole davvero poco)
@ mOLOk: in che senso puerile? e mettere le mani dove? In realtà in Mac OS X tutti i posti tip /etc /sbin ecc… ci sono, solo che non sono visibili. Ma dal Finder basta fare vai a cartella /sbin ed eccola lì! Molti programmi creati per GNU/Linux e Unix in generale e poi portati su Darwin si installano nelle cartelle “classiche” di Unix, sia che vengano installati compilando “a mano”, sia attraverso Fink (dpkg e apt-get per Mac), DarwinPort e simili.
[...] Leggi articolo ora [...]
@Alex: quoto
Principio 1: standard
Prinicpio 2: modulare
così la concorrenza la si sbaraglia!!!!!
@anonimo messaggio 13
“ad esempio prendiamo il Mac : quanti degli utenti Mac , presi dalla mania del click ‘n’ run sono capaci di capire come funzioni il proprio kernel , di capirne la natura , di scoprirne i difetti …”
Ma stiamo scherzando? Figuriamoci adesso se ogni utente di un PC deve sapere come funziona il proprio Kernel. Un utente manco dovrebbe sapere cos’è un kernel!Lo scopo della tecnologia è semplificare al massimo le cose… se la comunità GNI/Linux continuerà a pensarla in questo modo non conquisterà mai il cuore dell’utilizzatore medio di winsoz… la mania del click’n'run (alla klik o alla mac os x) mi sembra l’unica strada percorribile per permettere a tutti di utilizzare con semplicità un sistema… mi sono avvicinato a linux grazie a ubuntu che ha cominciato a ragionare sui termini semplicità, ma ancora siamo lontani dall’utente comune…
Linux non è per tutti. Bisognerebbe cominciare a capirlo. E purtroppo il bug #1 di Ubuntu resterà (spero) insoluto e insolubile per molto tempo.
Lo spero seriamente, perché se l’utente è incapace ad usare un PC, c’è già Windows che è idiot-proof (hm… in effetti è più idiot-friendly che proof, ho visto idioti distruggerlo in pochissimo tempo). Non c’è nessun bisogno di un nuovo sistema operativo a misura di idiota. Chi ama Linux lo ama soprattutto per la sua flessibilità, e per il saper spremere l’hardware che va ad usare (quando supportato, of course), non certo per la sua semplicità. Che poi, diciamocela tutta, Linux è complicato per chi viene da Windows. Per chi non ha mai usato un PC prima, è del tutto ininfluente (provato sperimentalmente su utenti reali). Una volta che conosci seriamente Linux è lui ad essere quello semplice e non Windows. Quanti di voi hanno smadonnato su Windows, giornate intere per cercare di far andare una maledettissima opzione del menga senza soluzione di sorta, dovendo desistere causa sguardo assassino? E quanti su Linux? Su Linux prima o poi ne vieni a capo. Se proprio è una cosa bastarda metti mano al codice, ma comunque la farai andare come dici e vuoi tu. Su Windows ti attacchi.
Quoto tutto.
il problema di linux e’ che non ci sono standard
non si risolve il problema con le applicazioni alla mac os o alla windows (chi se ne frega del setup.exe)
va benissimo il sistema alla linux ma con un core comune tra le distro e un sistema di configurazione unificato
per fare questo o si arriva a produrre una sola distro di riferimento, ma questo non è possibile, o ci si mette d’accordo tutti su degli standard condivisi e sopratutto che ci sia un progetto, una visione, un’obbiettivo
la differenza delle distribuzioni dovrebbe essere riferita solo a un target differente per scopi differenti
Scusate ma nella semplificazione di linux a partire da kernel e filesystem (su cui non concordo) si pensa di prendere anche i difetti di casa microsoft o solo le cose semplici?
Basta essere chiari…
Ribadisco il concetto: abbattiamo xserver e la meta’ degli indecisi installera’ linux. E’ una cosa nota da anni che configurare X sia la parte piu’ complessa…non per niente mandrake, suse et al inventarono dei tool ad hoc. Non e’ un lavoro da effettuare nell’immediato. Potrebbe passare qualche anno in attesa che i codici dei programmi fossero riadattati…ma varrebbe la pena!!!
ERRATA CORRIGE
Non e’ un lavoro da effettuare nell’immediato. Potrebbe passare qualche anno in attesa che i codici dei programmi VENGANO riadattati…ma varrebbe la pena!!!
Quello della semplicità [di utilizzo non di sistema] è un problema che accomuna tutti gli OS… a cosa serve un PC? Non a smanettare, ma a farci delle “cose”: musica, video, navigare, comunicare, lavorare… possibilmente senza impazzire! Un buon OS dovrebbe rendere tutto immediato… Linux non mi sembra ancora in condizioni di permetterlo ed è qui che c’è da lavorare di più. A livello di multimedia poi alcune cose con linux non si possono proprio fare decentemente (specie sul fronte video). Se si vuole davvero sfondare, oltre alla filosofia “open” è ora di puntare anche sull’usabilità dumb proof!
Poi c’è chi sta peggio, ovvero chi si ritrova ad usare quell’elefante di Windows. Come disse un comico, già il fatto che per spegnere il sistema bisogna cliccare su start…
[OT] Ribadisco che per sfruttare al meglio le prerogative di un multicore che fornisca CPUs GPUs e DSP audio su uno stesso chip , linux - così com’è - non sarà mai efficiente quanto un microkernel : quando nei primi anni ‘90 si sperimentarono soluzioni di questo tipo, l’hardware non era ancora “pronto” per ospitarle, infatti si affermarono le soluzioni SMP ( in cui il kernel è ancora “monolitico”, gestisce arbitraggio del bus fra i vari processori, gestisce una memoria condivisa … ) ; ora l’hardware è pronto per una soluzione dove non c’è arbitraggio di un bus, concorrenza tra i vari core gestita via software e non c’è memoria condivisa , ma solo protetta per ogni processo. [/OT]
Tornando al breve termine, manca nel kernel linux, ad esempio, una soluzione per prevenire i BufferOverFlow delle applicazioni : c’è GRSecurity ma è troppo poco e le applicazioni vanno adattate a questa patch ed eventualmente per alcune può essere disabilitata . In OpenBSD invece una funzionalità simile è già presente da tempo - dalla 3.6 se non ricordo male - si chiama W^X (Writeable exclusive-or eXecutable ) e consente di marcare aree di memoria come scrivibili dai programmi o come eseguibili - cioè contenenti il “testo del programma” … con questo meccanismo aree di memoria atte ad ospitare i dati non saranno in grado di eseguire codice , rendendo la vita difficile ai BOF sulle applicazioni. Tutte le applicazioni gestite nei ports di OpenBSD sono state adattate a questa soluzione … la soluzione proposta da OpenBSD è efficiente sia per le soluzioni hardware che supportano questo tipo di protezione , sia per quelle architetture - come ad esempio i386 e derivati - che non la supportano.
Inoltre la preoccupazione per l’evoluzione del kernel è stato - e spero lo sia ancora - un problema per Debian … kFreeBSD , kNetBSD , DebianHurd e ultimo in ordine di tempo GNUSolaris , sono tutti progetti che Debian ha intrapreso per rendere portabile e adattabile il proprio userspace su kernel diversi.
Insomma … che si decidano tutti a capitalizzare al meglio il successo che stanno riscuotendo !!!
GOBOLINUX è BRASILIANA
Trovo veramente poco saggio considerare gli “standard” come un qualcosa che frenano lo sviluppo, soprattutto in ambienti che mutano molto rapidamente come l’informatica e l’elettronica. Mi sto imbattendo in questi giorni nell’esplorazione da volo d’uccello fino in profondità del mondo Linux (sempre stato un windowsniano) tramite Ubuntu e se c’e’ una cosa che subito mi è saltata all’occhio è una quasi assoluta anarchia nella gestione dei “contenuti”. Ognuno è libero di pensare quello che vuole e ognuno è libero di reputarsi “smanettone” perchè è abile in determinate cose, ma non penso proprio che questa “scelta” (voluta o meno, anche se opto più per quest’ultima) possa essere un reale “punto di forza” della comunità OpenSource, tutt’altro.
Credo profondamente che senza standards non ci sarebbe stato uno sviluppo così prorompente in questi campi. Io non sono un economista, sono un informatico, ma non ci vuole molto a capire che per ottenere risultati qualitativamente sempre migliori è importante fare selezione dello sviluppo sin qui svolto per avere poi una base comune e solida di partenza. La selezione naturale, in questo, può essere troppo lenta rispetto alla reale velocità di sviluppo. Poi ovvio che la scelta degli standards deve essere ben poderata, non come quella Microsoft, che quando stabilisce uno standard va sempre a finire che cappella qualcosa…
Detto questo, onore a Linux e all’OpenSource, però è innegabile che volente o nolente Linux deve continuare a puntare allo “user friendly” come negli ultimi tempi (io penso che non a caso Ubuntu stia diventando la distribuzione più diffusa, guarda caso è quella, o tra le, più facile da usare) per continuare ad essere un progetto di innegabile qualità.
Detto questo, peace & love!
Senza pretese, Emanuele.
Mi posso permettere un commento controtendenza?
I sistemi operativi sono troppo “maschili”, pieno di gerarchizzazioni di processi, cartelle, librerie etc…
Bisognerebbe riorganizzare il tutto partendo dall’ossatura hardware, prima che software, aggiungendo concetti che sono oscuri al mondo maschile piramidale, come la coesistenza circolare femminile.
Sistema operativo multi-tasking? Sì, beh, fino ad un certo punto, visto ke è progettato da uomini che si concentrano talmente tanto su un loro lavoro che si scordano pure di mangiare. Pensate ad un reale sistema operativo multi-tasking progettato invece da donne che lavorano, badano ai figli, cucinano, stirano, puliscono e certe volte pure riparano i tubi del lavandino, visto ke il marito/ragazzo è al pc O_O! Pensate un po’ a cosa una donna potrebbe creare…
Non voglio certo portare il dibattito Uomo Vs Donna in questa sede, voglio solo divulgare una mia idea: in ogni cosa sono sempre presenti due opposti e solo qndo interagiscono e operano insieme tutto va per il meglio.
Ps. Teoria dei computer quantici? Vi dice qualcosa?