Patrizio, non è mai stato solo un fatto di soldi
In Estetica, News e altre Sciccherie, Politica, Post Imperdibili il 1/08/07 @ 14:56 , trackbackHo appena letto un editoriale di Patrizio Tassone sulla nuova GPL e le conseguenze avrà sul mondo che ci gira attorno.
L’interpretazione che vi ho trovato non mi ha sorpreso, conoscendo un po’ le idee di chi scriveva. Poco male, sono sempre contento quando ho la possibilità di leggere idee diverse dalle mie, specie se ben articolate. Ho voglia di presentare il mio punto di vista.
NB: Prima che lo faccia (male) qualcuno… Non faccio alcuna pubblicità alla rivista di Patrizio, a cui tempo fa ho pure contribuito (in forma amichevole) con un breve trafiletto. Qui il suo editoriale.
L’articolo svolge in maniera diligente il pensiero di chi lo ha scritto, prendendo spunto da dati, esperienze passate, qualche ancoraggio storico e alcune considerazioni che - per quanto passibili di distorsione - sono abbastanza vere. Non condivido invece le conclusioni.
Quello che non lascio passare è soprattutto il messaggio limitante che tutto si limiti ai soldi. Non è così, non lo è mai stato e probabilmente non lo sarà mai, nonostante tutto intorno (ma anche tra di noi) c’è chi si adopera per banalizzare la storia di questo “Revolution OS” e piegarla a: maneggio di soldi, teorie commerciali, leggi di mercato, interessi azionistici e semplici rendiconto in stile 2+2=4. Scornandosi puntualmente, aggiungo.
“L’ecosistema attorno alla GPL2 è in crisi”?
Uno dei punti espressi è che il modello di sviluppo legato alla GPL sia sostanzialmente fallimentare quando si tratta di monetizzare, con tanto di esempi riportati di società sparite dalla faccia della terra. Mi permetto di dissentire.
A parte il fatto che le società falliscono tutti i giorni, poi faccio un esempio, cercando di non scadere nel noioso. Dici che Red Hat vale circa un settantesimo di Microsoft. Non entro nel merito delle cifre riportate, e in realtà non mi sento nemmeno troppo a mio agio con le frazioni di società multinazionali (quante volte ci sta Novell in Red Hat?), ma un’osservazione posso facilmente farla: in cosa si misura il valore? Siamo sicuri che il metro siano i soldi?
Se parliamo di soldi mi sa che quel settantesimo da te valutato va messo in prospettiva della diffusione di soluzioni Red Hat in confronto a Microsoft. Tutti abbiamo motivo di credere che Microsoft sia presente in maniera ben più capillare di “settanta volte Red Hat”, collusa com’è con governi di mezzo mondo. Non mi fare dire che Red Hat in proporzione fa più soldi di Microsoft. In ogni caso, l’assunto che il modello economico legato alla GPL2 sia fallimentare è a sua volta fallimentare :)
Forse allora quel “valore” va anche ricercato nell’aderenza idee e a principi morali, nella coerenza, in un comportamento dignitoso nei confronti di clienti, direttive di sviluppo e utenti finali, nella ricerca di soddisfazione di tutte le componenti che fanno grandi gli uomini? Questo Red Hat ha dimostrato di saperlo fare, al contrario di Microsoft. Red Hat ha dimostrato di andare al di là di quello squallido “settantesimo”.
“Un grave affronto che non poteva rimanere impunito”?
Anche il tema dell’accordo Microsoft/Novell è uno dei nostri preferiti. Quelle due società hanno fatto un accordo commerciale per cui Microsoft ha pagato una “bella sommetta” a Novell con il preciso scopo di entrare anche lei a tutti i costi nel tanto “fallimentare ecosistema attorno alla GPL2″, che evidentemente non è poi così fallimentare se fa gola a Mr “settanta volte tanto”.
In casa Microsoft siamo passati nei nostri confronti dalle calunnie alle minacce, dalle azioni di forza di nuovo alle minacce, dinuovo alle calunnie e alle campagne pubblicitarie con “studi indipendenti” per dimostrare falsità, che tanto indipendenti non sono mai stati. Le hanno insomma provate tutte, e adesso hanno fatto la cosa che di sicuro non fallisce mai: hanno usato i soldi per comprare il diritto a distribuire Linux.
Hanno pagato. Mi riesce difficile concepire la tua interpretazione che Novell, Xandros e Linspire si siano semplicemente difese e guardate le spalle da attacchi legali da parte di Microsoft. Prima di tutto perché è da dimostrare che quegli attacchi legali avverranno, e che - semmai dovesse succedere - che avverrano sulla base delle dichiarazioni tragicomiche di Steve “Scimmia Urlatrice” Ballmer. Insomma, che un gigante multimiliardonazionale paghi per non denunciare mi suona proprio male. Di solito si fa l’opposto, o almeno con Michael Jackson ho fatto così :D
La tua frase sembra portare tutto questo complicato processo al livello di scaramucce tra adolescenti, e a me questo sembra un pericoloso errore di valutazione. Chi si para le spalle siamo noi, nessuno escluso.
“una bella cortina fumogena”?
Scrivendo di codice come valore aggiunto e da preservare, citi OpenOffice. Beh, per essere chiari: “OpenOffice.org” …la dicitura corretta è con quello scomodo “.org” finale, grazie al ridicolo mondo che mette soldi e brevetti e costrizioni al primo posto nella scala dei valori.
Lo citi come esempio di codice portato alla comunità da aziende, e non dalla comunità di “geek” (ma è poi una “categoria” da disprezzare?). Usi l’esempio per dimostrare che quelle aziende dovremmo coccolarle perché altrimenti potrebbero per ripicca lasciarci senza più OpenOffice.org e altre “grazie ricevute.
Beh faccio notare che Sun, da cui deriva la suite OpenOffice.org è forse l’azienda che più crede nella GPLv3 in assoluto, secondo quanto più volte dichiarato da loro stessi. Non so come andrà a finire, o se terranno fede all’idea di rilasciare addirittura Solaris con licenza GPLv3, ma …direi che l’esempio scelto dimostra tutto tranne che le aziende hanno paura di questa GPLv3. E stiamo parlando di Sun Microsystems, non dell’ultimo arrivato nel nostro “ecosistema fallimentare”.
Sempre più progetti passeranno alla GPLv3, su questo sono d’accordo con te, anche se non capisco perché mai non saranno “progetti di una certa importanza”, e non capisco perché escludi da questa lista Samba, con la motivazione che tanto “lo si sapeva”. Faccio mia quella frase: qui si tratta di difenderci, non di alzare cortine fumogene.
Non è mai stato solo un fatto di soldi
I business fallimentari ci sono stati sempre, così come le aziende del calibro di Red Hat che da decenni continuano sulla cresta dell’onda del mercato senza vendersi. Gli affronti e le scaramucce sono insite nella nostra natura umana, così come il diritto alla difesa da chi sa di poter comprare quasi tutto… e infine le cortine fumogene non sono per niente una novità (Microsoft le ha quasi innalzate al rango di categoria morale), così come l’intrinseco valore dei fatti, della passione, delle idee, che da sempre possono essere tendenziosamente sminuiti o sottostimati, mai cancellati.
Al di là dell’adozione della GPLv3, dei suoi meriti, dei suoi indubbi demeriti e di tutte queste argomentazioni, che possono interessare o meno. Al di là di tutto lo scrivere, quello che mi preme ripetere - adesso per la terza volta - è che il “Revolution OS” non è mai stato solo un fatto di soldi.
Grazie per gli spunti, interessanti come sempre.
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Commenti »
bella la radio a forma di deposito…me la ricordo ancora!!
Per quanto mi riguarda sono in perfetto accordo con l’editoriale di Patrizio Tassone. Non ho mai amato particolarmente la GPL2 per la sua forma “virale”. La GPL3 aggiunge delle limitazioni che non dovrebbero essere toccate da nessun licenza software, quindi la GPL3 sconfina dai suoi domini.
beh…se RH ha l’1,3% di mercato e Microsoft il 91%…MS è 70 volte RH in termini di presenza…
Non conosco assolutamente le quote di mercato ma 70 volte mi pare plausibile…
Sono d’accordo con le tue “controdeduzioni” Felipe (anch’io ero rimasto un po’ contrariato dall’articolo di Patrizio le cui idee conosco essendo un lettore della sua rivista).
Aggiungerei anche che se non ci fosse qualcuno che porta avanti la bandiera degli ideali più puri (anche se a volte più intransigenti), battendosi da più di trent’anni per esse, probabilmente noi adesso non saremmo qui a discutere di argomenti che neanche esisterebbero!
Ciao
Fedro
ma come fa certa gente ancora a non capire che a muovere il movimento e’ la PASSIONE.
assoluta, incondizionata passione…
leggere Tassone (tra l’altro l’uscita in contemporanea sulla rivista con LO STESSO ARTICOLO, mi lascia pensare… ma non voglio fare illazioni senza fondamento), mi lascia sgomento, una cecita’ verso cio’ che muove la comunita’ da un editore OSS…
stavolta sono io che “perplimo” :P
pochi cazzi la GPL3 è una licenza politica e va trattata come tale.
se la GPL2 è quasi accettabile la terza revisione va toccando cose che non hanno nulla a che vedere con la libertà
io devo essere libero di prendere la famosa licenza libera e incorporarla sul mio software closed senza chiedere il permesso all’uomo coi sandali
in questo caso la BSD è la migliore.
> Al di là dell’adozione della GPLv3, dei suoi meriti, dei suoi indubbi demeriti
indubbi demeriti? e quali sarebbero?
Discorso da bar dello sport
Valore economico= capacità di creare valore per gli azionisti nel lungo periodo. Fino a quando la comunità non impatta sul valore (shareholder model) ce ne possiamo anche fregare di quello che pensa e della responsabilità sociale delle società
per quanto mi riguarda deve essere un fatto etico e non puramente economico… può esserlo per me la libertà è più importante, non c’è dubbio…
ce l’ho in camera la radio-deposito :D
Secondo me l’articolo di Tassone non è poi così ben argomentato. Si punta il dito contro i “difetti” dalla GPLv3, senza però esplicitarli mai. Quali sarebbero?
E’ chiaro che FSF non è perfetta, e non sono perfette nemmeno le sue licenze. I difetti ci sono, eccome. Ecco perché a chi non piace la GPLv3 è garantito il diritto di restare alla GPLv2 (come sembra farà Linus, tra l’altro).
In effetti, non capisco il perché di tutte queste chiacchiere. La GPLv3 difende i principi della FSF; se non si condividono questi principi non la si adotti.
Le idee di Stallman erano e restano radicali. Alla base delle licenze della FSF ci sono le sue idee. Svegliarsi adesso, dopo vent’anni, e dire “queste idee non ci piacciono” non mi sembra proprio il massimo in termini di coerenza.
@randolph
Ciò che genera più preoccupazione è ciò che scrive Richard Stallman nel suo “Why Upgrade to GPLv3″ http://www.gnu.org/licenses/rms-why-gplv3.html
GPLv3 è incompatibile con GPLv2.
Siamo sicuri che è garantito il diritto di restare alla GPLv2?
DISCLAIMER: opinioni personali espresse schiettamente. Se siete facilmente infiammabili, non leggete.
Gli ideali della FSF, purtroppo, sono (e lo sono sempre stati) contraddittori.
RMS si fa portabandiera della libertà del software, mentre la GPL è sempre stata VINCOLANTE sul software che licenziava.
Come dire “tieni, questo è il codice, fanne ciò che vuoi ma sotto queste condizioni: a) … b) … c) …”, dove i puntini hanno limitazioni di libertà mostruose.
Ricordiamoci che io non posso nemmeno LINKARE un GPL, se il mio software non è GPL; tanto per aggiungere benzina al fuoco, ora non posso linkare un GPLv3 da un mio GPLv2.
E questa qualcuno la chiama “libertà”.
Personalmente ho smesso di usare la GPL (e la LGPL, e la FDL) eoni or sono, in favore di licenze VERAMENTE libere. La MIT e la BSD (e la CreativeCommons per non-software).
vorrei ricordare che ubuntu è la distro più diffusa nel mondo desktop… sarà un caso che dietro c’è un miliardario (filantropo?!? naa…)?
Non ne capisco molto di questioni legate alle licenze (mi interessano le loro idee-guida, piuttosto), quindi potrei dire castronerie. Se è così correggetemi.
Nell’articolo che citi, vincent, Stallman stesso dice:
“First of all, it is important to note that upgrading is a choice. GPL version 2 will remain a valid license, and no disaster will happen if some programs remain under GPLv2 while others advance to GPLv3.”
e se lo dice lui… E’ vero però che poco dopo puntualizza:
“When we say that GPLv2 and GPLv3 are incompatible, it means there is no legal way to combine code under GPLv2 with code under GPLv3 in a single program.”
Questo può rappresentare un problema, non lo nego. Tuttavia il problema sussiste solo combinando il codice in un unico programma. In altre parole (lo dice anche Stallman, più avanti) è perfettamente lecito avere programmi differenti con licenze differenti sulla stessa box.
Restare alla GPLv2 creerebbe problemi nel momento in cui si decidesse di utilizzare codice protetto da GPLv3. In questo caso, infatti, l’intero codice sarebbe di fatto tutelato dalla GPLv3. Tuttavia l’incompatibilità vale anche all’inverso: rilasciando il codice in GPLv3 non si può utilizzare codice protetto da GPLv2 (vedi http://gplv3.fsf.org/dd3-faq).
Restare alla GPLv2 presenta degli svantaggi, è vero, ma neanche l’adozione della GPLv3 è indolore, come vedi. Non mi sembra che FSF forzi gli sviluppatori verso GPLv3 (in questo caso avrebbero reso possibile incorporare codice protetto da GPLv2, non credi?), né che neghi i diritti dei medesimi.
Sono d’accordo con te, Felipe.
Le idee “radicali” di Stallman possono anche far molto discutere, ma prima di spalare merda su di lui e sulla FSF, forse sarebbe meglio ricordarsi che senza di lui -e soprattutto senza la sua quasi pedante testardaggine- NULLA di tutto quello che si parla su questo blog sarebbe stato possibile.
@ Ciro del commento #13:
“Libertà” non significa poter “fare quello che mi pare”. Significa che la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri.
E sì, non si tratta di soldi, ma della “libertà” del software che usiamo.
non conosco i dettagli della GPL3, ma sinceramente non capisco il discorso: tu (non se ne avra’ a male Pippa #6) devi essere libero di incorporare il software open nel tuo closed, senza chiedere il permesso a nessuno.
se pero’ chi scrive il software open dice che questo non lo puoi fare, allora diventa tacciabile di ipocrisia, perche’ va a limitare la liberta’ degli altri?
non capisco quelli che dicono che chi scrive software open deve per forza rinunciare a qualsiasi diritto di veto riguardo agli utilizzi del proprio codice.
perche’ secondo alcuni free software = io scrivo il codice e ognuno ne fa quel che ca**o gli pare?
:)
ribadisco: il concetto da me espresso si astrae dal confronto GPL2 vs GPL3 e tutto il resto…chiedo scusa per l’OT
@pikkio: da buon anarchico ho sempre messo il Rispetto prima della Libertà, quindi lungi da me pensare che “libertà è fare quello che mi pare” (non capisco dove tu lo possa interpretare).
Libertà è “POTER fare quello che mi pare”.
Quindi sta a me, e solo a me, DECIDERE di RISPETTARE il software libero, e se chi lo scrive viene a dirmi che NON POSSO fare questo, quello e quell’altro, allora non è più software libero.
Piccola nota pungente: evitiamo citazioni auliche che non hanno nulla a che fare col contesto ^_^
Che libertà vìolo incorporando software libero in software proprietario? Non ho rispetto per l’autore, certo, ma non mi pare proprio di limitare la sua libertà… ;)
mah Tassone a un certo punto se ne esce con
“Chi tiene molto alla libertà dovrebbe quantomeno lasciar liberi gli altri di scegliere se usare o no la nuova licenza, semplicemente utilizzando la clausola “GPL2 o versioni successive”"
Sbaglio o questo è stato proprio l’argomentazione di Dave Neuer che ha fatto imbestialire Torvalds arrivando a dargli dell’ipocrita?
http://lkml.org/lkml/2007/6/20/223
Direi che il diritto di scegliere la propria licenza debba valere sia per chi preferisce la gpl2 sia per chi preferisce la gpl3…
E non c’è alcun obbligo a rilasciare glibc sotto dual license allo stesso modo in cui non è obbligatorio farlo per il kernel…
Io non capisco una cosa… chi non apprezza la gpl3 dice spesso che la gpl è solo una licenza e non deve sottendere a politiche e/o idee…
accettiamolo… ma questo vale solo per la gpl2? perché sembra quasi che Tassone lanci strali contro l’adozione della gpl3 (ma non era solo una licenza???)
La libertà di scegliersi la propria licenza spero sia da entrambe le parti, anche se a leggere certi editoriale non sembra che tutti la pensino così.
@19
Mi pare che tu confonda RESPONSABILITA’, LIBERTA’ e RISPETTO.
Hai la liberttà di violare la GPL per un pezzo di codice da me scritto, io ho la libertà di denunciarti (non l’obbligo).
Siamo entrambi liberi di fare ciò che vogliamo assumendoci le responsabilità. Si parla di software libero/aperto, non di solo software gratis, le clausole delle licenze servono a distinguere proprio quelle situazioni. Ha pieno accesso al mio codice, studiarlo, usarlo per dei progetti che non ripubblicherai mai o che usi solo tu, ma se hai l’intenzione anche di ripubblicarlo dovrai sottostare ad alcune clausole, che puoi non accettare e quindi non ripubblicare, o farlo violando la licenza. Il termine software libero è ormai pure un pò poco adatto, tanto più che sarebbe corretto parlare di codice APERTO (OPEN, in inglese), seppure la FSF mantenga nel suo nome “free software” poichè arriva da una battaglia che è leggermente cambiata col tempo.
@ Ciro:
la citazione “aulica” non è affatto fuori contesto. Risponde esattamente alla tua domanda:
“Che libertà vìolo incorporando software libero in software proprietario? Non ho rispetto per l’autore, certo, ma non mi pare proprio di limitare la sua libertà… ;)”
La libertà in questione è quella dello sviluppatore di rilasciare software LIBERO, e di impedire ad altri proprio di “DECIDERE di RISPETTARE il software libero”. Non puoi decidere di rispettare una licenza oppure no.
La libertà dello sviluppatore è di vedere rilasciate LIBERE tutte le modifiche fatte al proprio lavoro da coloro che hanno DECISO di utilizzarle.
Questo riguardo alla tua critica alla GPL in generale.
Per quanto riguarda la GPL3, anche io ho un dubbio ed è il seguente: cosa succede a progetti che utilizzano svariate librerie, nel caso in cui alcune passano alla GPL3, mentre altre decidono di restare alla GPL2?
@6. Pippa e altrivari
e no mio caro, troppo facile: sfrutti il lavoro di altri e non permetti poi alla comunità di usare il tuo? E proprio per questo che Stallman e la FSF hanno creato la GPL e il concetto di copyleft. Le ‘altre’ licenze, prendi la BSD, hanno permesso che qualcuno si appropriasse, brevettando come proprio, software fatto da altri. La GPL HA CREATO la comunità, tutto quello che è open source e molte altre cose che stanno magari a nostra insaputa ’sotto la scatola’ di tanti ‘giocattoli’.
@tutti
ma qualcuno di voi l’ha letta la GPL3? io ancora no, e in genere mi pare che molti, anche su PI, parlino sbilanciandosi senza averlo fatto.
se conoscete una traduzione in italiano, causa pigrizia e legalese, ve ne sarei grato. ciao
C’è una traduzione non ufficiale in italiano qui:
http://katolaz.homeunix.net/gplv3/
Tuttavia non mi pare che la traduzione ufficiale sia ancora pronta. HTH! :)
@randolph
oh, grazie. puoi chiamarmi Billy Ray :-)!
@pikkio se un progetto si appoggia su librerie che in parte sono gpl2 e in parte gpl3 non potrà andare avanti (ipotizzando che si tratti di linkaggio statico o alcuni casi di link dinamico)…
In realtà quello che può fare quel progetto è rimanere gpl2 tenendo le librerie vecchie (nel caso di quelle passate a gpl3) e, eventualmente, favorendo un fork che riprenda lo sviluppo dall’ultima versione gpl2
ah… è quello che temevo. Cioè, sono del parere che sia del tutto legittimo, ma credo che questa cosa creerà in effetti un bel po’ di problemi pratici
MYSQL:
“MySQL AB continuerà a lavorare con la FSF (Free Software Foundation) per far si che la GPLv3 possa divenire la nuova licenza, che ricordiamo essere utilizzata in particolar modo dal Free Software. Fin quando la GPLv3 non verrà adottata ma sopratutto accettata anche da altri progetti, preferiamo tuttavia mantenere i termini di licenza inclusi all’interno della GPLv2″
http://www.ossblog.it/post/1760/mysql-ritocca-la-propria-licenza
http://news.com.com/MySQL+sticks+with+current+GPL+for+now/2100-7344_3-6147312.html?tag=nefd.top
non dico nulla, ma sicuramente non è proprio la stessa cosa detta su punto informatico.
un’azienda non si misura con quanti soldi guadagna oggi, perché ci sono mille imprevisti per il domani; vedi la Hoover Piuttosto è capacità di un’azienda o impresa di espandersi e durare nel tempo determinano il suo intrinseco valore…sembra strano , ma è lo stesso principio che si applica agli esseri viventi in biologia…:D
Stando all’articolo di Tassone, Richard Stallman è il demonio e la GPL V3 il suo vangelo. Sono convinto che non l’abbia letta o, se l’ha fatto, l’ha fatto in maniera superficiale.
Stimolato dal suo articolo, ho scaricato la versione in italiano segnalata anche da randolph #24 ed anche se, per ora, ne ho letto solo la metà, mi è sembrato di capire che tutela molto di più anche gli sviluppatori oltre che gli utenti.
Poi se ci sono degli avvoltoi che hanno preso la comunità per un branco di tontoloni e credono di poter sfruttare il codice scritto da altri a loro uso e consumo senza nemmeno voler dire grazie, beh… sono problemi loro; significa che non hanno proprio capito cosa vuol dire free software.
Vorrei spezzare una lancia a favore del barbone un po’ sovrappeso e con i sandali: se quel “pazzo”, come lo definisce qualcuno, non avesse abbandonato il suo posto al MIT tanti anni fa per fondare il progetto GNU, ora non ci sarebbe un bel cavolo di niente su cui discutere.
Tutti gli strumenti che hanno permesso a Linus Torvalds di scrivere il kernel di Linux (compilatori, debugger, editor di testo (tutti free)) non sono piovuti dal cielo, ma fanno parte del progetto GNU.
Vorrei controbattere anche a chi dice che Stallman è troppo testardo: pretendere che Stallman accetti compromessi riguardo al software proprietario sarebbe come chiedere al padre eterno di non incazzarsi anche se andiamo tutte le sere a puttane (scusate il paragone un po’ colorito).
@liberta e confusione: per come la vedo io, il concetto di liberta` che porta avanti la FSF implica la preservazione della liberta` nella societa` e non la liberta` di un singolo di fare il bello e il cattivo tempo di un software.
Il padre eterno ci ha fatto liberi di scegliere: il suo incazzarsi non ha senso d’essere.
Nessuno critica Stallman per quello che è stato, lo si critica per quello che è diventato. Troppo spesso si confonde bene in uno dei tanti santoni di altrettante sette. Magari è solo colpa della comunità che l’ha fatto diventare tale…
Non è mai stato _solo_ un fatto di soldi.
“Nessuno critica Stallman per quello che è stato, lo si critica per quello che è diventato”
come se nel 1983 e prima fosse diverso da ora…
questa è una frase che leggo spesso e che non ho mai capito
e che alla prova dei fatti nessuno è riuscito a spiegare
Da uno con un avatar del genere non mi potevo aspettare commento differente :)
Io non ho idea di dove viviate voi, ma da me si va sotto braccio con i compromessi. “Quello che è stato”, nell’epoca in cui è stato, era un comportamento rivoluzionario attuabile solo in quel determinato momento storico (se al MIT lasciavano i sorgenti sui tavoli delle scrivanie, GNU non era necessario).
Oggi la rivoluzione va applicata ad altri campi: da GNU, ora, ci si deve aspettare l’intelligenza di rimanere al passo con le necessità storiche della società. L’utopia non è una di queste, mi dispiace.
Se non ce la fa, l’Open Source troverà altro modo per esprimersi.
L’utopia non è una di queste, mi dispiace.
“Se non ce la fa, l’Open Source troverà altro modo per esprimersi.”
Ne sono estremamente lieto. Pur non capendo cosa c’entri l’Open Source con Stallman
ps a parte questo hai anche tu confermato che Stallman dal 1983 e prima ad oggi non è cambiato.
pps La gpl in ogni sua versione _é_ un compromesso
“nell’epoca in cui è stato, era un comportamento rivoluzionario attuabile solo in quel determinato momento storico”
Correggimi se sbaglio (e spero di sbagliarmi), cioè…
- uno cerca di garantire a tutti lo scambio di conoscenze studiando i sorgenti dei programmi (e credo che tutti ci rendiamo conto di quale vantaggio questo può portare allo sviluppo della tecnologia)
- poi si preoccupa anche di evitare che il primo prepotente arrivato sigilli in qualche modo (che so… con un brevetto) un programma che qualcuno ha reso disponibile all’intera comunità
e questa sarebbe una cosa che prima andava bene e adesso non vale più?
secondo me una licenza E’ una licenza
se la licenza dice devi metterti su un piede solo x usare questo software tu lo devi fare
e’ una licenza
non e’ una legge
puoi scegliere di non usare il tal software ce ne sono tanti altri (per fortuna)
che discorsi sono la gpl3 sconfina di qua la gpl3 fa roba che non gli compete
francamente sono discorsi che non capisco
una rara volta in cui sono d’accordo con Felipe :D toh..
volevo solo postare un link ( http://en.wikipedia.org/wiki/John_Carmack ) ad un articolo di wikipedia che sono andato a leggere proprio oggi, prima di aver letto questa entry di Felipe.
Ci sono andato perche’ mi sono domandatochi fosse questo John Carmack, che e’ riuscito a creare una azienda (la iD) che ha cosi’ tanto innovato una fetta del mondo dell’informatica e della tecnologia (quella dei videogiochi), che crea economia e ricchezza, che e’ in grado di lavorare per produrre cose che “pesano” (non a caso i prodotti della iD non hanno una data di rilascio, ma Carmack ha sempre risposto “when it’s done” a quelli che gli chiedevano quando qualcosa sarebbe stato pronto) e di grande qualita’, non prodotti-specchietti-per-allodole che rivelano tutte le loro incongruenze e imperfezioni una volta che iniziano ad essere davvero utilizzate dagli utenti (nota a margine: questo modo di fare delle aziende - soldi facili, presto, senza creare basi solide, alte percentuali di fallimento, scarsa qualita’ - mi fa paura per il futuro della nostra societa’).
Bene, cosa ho scoperto? Che John Carmack e’ uno strenuo sostenitore dell’open source ed altrettanto strenuo avversatore dei patent software (a questo proposito basta leggere il paragrafo “free software” del precedente articolo!
@felipe
aggiungerei questo post nella categoria flame :D
@Shuren
1) a me sembra che ti contraddici: prima accusi Stallman di essere “diventato” qualcosa che non identifichi, poi lo accusi di non essere al passo coi tempi
2) non ho capito in cosa consiste quello che tu chiami compromesso.
E non ho nemmeno ben capito perchè tu “ti aspetti” qualcosa dalla FSF. Io dalla FSF non mi aspetto nulla. Finchè la FSF fa cose che mi piacciono, la seguo.
Se tu pensi di poter fare meglio di Stallman fonda la tua SSF (Shuren Software Foundation), crea la tua licenza e pubblicizzala. E’ quello che fanno tutti (e infatti la GPL non è certo l’unica licenza disponibile).
Se mi piacerà la SSF e se troverò la tua licenza compatibile con i miei principi la abbraccerò volentieri.
Credo che libertà significhi questo, no?
P.S. rileggendo il mio commento mi rendo conto che *potrebbe* essere interpretato come polemico. Lungi da me. Credo che sia solo molto diretto :-).
Bravo felipe!!! Il mondo delle corporation crede che dovremmo sottometterci loro.
Viva il software free e open source!
http://simplix.wordpress.com
Felipe, no, non è mai stato un problema di soldi.
Grazie Felipe per il post dedicato, e riprendo il tuo titolo… non è mai stato un problema di soldi, no, però gli sviluppatori opensource, quelli che lavorano fulltime al kernel, ad openoffice, e ad altri mille progetti, per loro si è anche un problema di soldi, perché vorrebbero guadagnare qualcosa per quello che fanno.
Questa comunità libera che sviluppa, invece, è attivissima in progetti one-man, nicchia un po’ su progetti come OpenOffice, dove gli sviluppatori sono tutti pagati e non c’è un contributo UNO (a detta del project manager) che viene dall’esterno, o da Nessus, che tutti usano, tutti embedd-ano, tutti ci lucrano, ma nessuno supporta o aiuta (stesse dichiarazioni del pm, con conseguente cambio licenza).
Insomma, dove c’è da sudare prima di poter contribuire, nada, non si vede nessuno?
A me la GPL3 non piace, ma sarei felice se venisse adottata in toto, e le aziende non cambiassero di una virgola l’approccio attuale, e continuassero a rilasciare codice, a finanziare progetti ecc.
Certo, l’idea del Tivo a me fa arrabbiare assai, mi pare di averlo già fatto notare, perché se passa l’estensione che la licenza decide dove eseguire il codice, domani chi impedisce di decidere chi esegue il codice ecc… ma lo accetterei di buon grado, sarebbe il (mio) male minore.
La dichirazione di Oracle del lancio di Oracle Linux ha fatto perdere molti soldi a RedHat: Microsoft non ha perso altrettando quando pure è stata multata, o IBM quando è stata denunciata da SCO.
Ma c’è un dettaglio: a ferire RedHat è stato il coltello che lei stessa ha fornito a Oracle, sorgenti belli pronti solo da rpmbuildare, con qualche patch condita qua e là.
Che il software opensource abbia una sorta di autodistruzione attiva quando inizia a far utili, attaccato da quelle aziende, magari partner, che gli alitano sul collo?
La mia unica preoccupazione è che Linux continui a crescere: una GPL3 che guarda ai fatti recenti, all’accordo di Novell con Microsoft, al TiVO, credo sia una licenza che non guarda con sufficienza al futuro.
Ripeto, opinioni personalissime, ma l’editoriale di una rivista altro non è che una visione del direttore della stessa su un certo argomento, il sottoscritto nella fattispecie.
Sarebbe assai disdicevole se tutti fossero contro quanto ho scritto, significherebbe non essere capito o aver capito male. Ma sarebbe assai più disdicevole se tutti fossero a favore, significherebbe l’aver detto banalità lapallissiane.
Buona notte :-)
Patrizio
@H_Seldon:
1) Qualcosa che non identifico non è necessariamente al passo coi tempi :o O forse non ho capito cosa intendevi ^^
2) Compromesso, in questo caso, è valutare a dovere il mondo sociale ed economico moderno: le posizioni per partito preso non sono mai corrette (leggi driver proprietari, leggi brevetti, leggi DRM, leggi anche il punto di vista “aziendale” espresso nell’articolo di Tassone che non è niente di alieno, anzi). Io da FSF non mi aspetto nulla, spesso mi sono trovato in disaccordo con le sue idee, e bado bene ad identificarmi come sostenitore dell’Open Source in generale, e non della GPL in particolare (che non disprezzo, intendiamoci). Vorrei solo che il punto di vista della comunità che gira attorno ad FSF fosse più obiettivo di quello che è, tutto qua.
Per quanto riguarda SSF (Sex Shuren Foundation), come primo dogma dello statuto propongo: “più porno per tutti” :) Sono sicuro che la mia prima bozza di LGPL (Leccare Giulia, Patrizia, Lucia) ti piacerà.
P.S. Alla prima lettura non l’ho trovato affatto polemico, magari tutti i commenti e le discussioni fossero così.
@morg4n:
Non ho detto quello. Ho semplicemente puntato l’obiettivo su spazio e tempo (MIT, anni ‘70) e ho fatto notare che oggi (mondo, XXI secolo) le cose sono cambiate e c’è la necessità di accorgersene. La “cosa” va bene ancora, ma deve fare i conti con tante più variabili di prima.
@shaitan:
Open Source è solo la definizione di una filosofia. Una delle sue applicazioni è GPL, FSF e Stallman.
[...] Patrizio, non è mai stato solo un fatto di soldi Ho appena letto un editoriale di Patrizio Tassone sulla nuova GPL e le conseguenze avrà sul mondo che ci gira […] [...]
Alcuni commentatori hanno perso di vista cosa sia veramente l’open source e la GPL. La GPL in generale è una licenza che dà 3 diritti agli utenti (diritto di istallazione su quante unità vogliamo, diritto di modifica del programma, diritto di distribuzione del software) con un unico obbligo, cioè quello di dare gli stessi diritti a coloro a cui distribuiamo il software.
Tivoizzazione e DRM sono due modi legali ma immorali per aggirare lo spirito di questa licenza visto che il controllo del software non è di chi lo usa ma di fornitori esterni ed allora in questo caso tra windows e distribuzioni (gnu)linux non c’è poi questa gran differenza. Nel caso dei brevetti si combatte l’idea che programmi scritti con codice differente siano riconosciuti colpevoli di aver copiato non la struttura ma l’idea, un po come se qualcuno scrivesse un romanzo giallo e poi venisse denunciato perchè pur essendo un lavoro originale non ha il brevetto del “giallo”. Poi nel calderone americano per brevetto si finisce per inglobare possibili casi di plagio ma questo è colpa di una legislazione sbagliata che tutelando tutto con brevetto per assurdo esclude il copyright del software se questo è già coperto da brevetto
Francamente spero che il prossimo articolo che leggerò sulla GPL3 dica se questi obbiettivi sono stati raggiunti con questa nuova licenza o meno, non ne posso più di gente che spala merda sulla GPL affermando che sarà la rovina del mondo civilizzato come se loro avessero dato chissà che contributo.
P.S un consiglio per Pippa e Ciro, se volete fare software closed source fatelo ma fatelo completamente closed e vendete le licenze, evitate di incorporare software GPL visto che in questo caso la parola giusta non sarebbe libertà ma rubare, come non credo che vi piacerebbe se qualcuno prendesse un vostro programma closed, lo modificasse leggermente e lo spacciasse per suo.
@23: mi pare che la BSD e i software che la usano siano vivi e vegeti, forse che questi ‘furti’ di codice da parte delle aziende non siano poi cosi importanti per la vitalità di una comunita di sviluppatori? o forse i vari *bsd lavorano sulla propria copia del codice e se ne fregano di quello che fanno gli altri, magari perche sicuri di scrivere comunque buon codice, che IMHO é di gran lunga il pregio migliore di tutto quello che gravita nell’ open source
(un ultimo commento, poi abbandono il flame: per quanto interessante, ho smesso di combattere guerre di religione ALTRUI anni fa)
@44: ragazzo mio, cerca, prima di parlare. Non troverai ALCUN software closed a mia firma, là fuori: tutto il software che ho rilasciato (e non si parla di due righe in bash) l’ho rilasciato sotto MIT o BSD.
Questo perché credo nella libertà incondizionata, a quanto pare molto più di RMS e dei suoi seguaci.
Se qualcuno prende il mio codice e lo chiude, pace, sono stato io un testicolo. Ma mi piace pensare che al mondo non ci sia solo gente brutta.
A questo proposito, qualcuno di voi, per caso, oltre a parlare per difendere il “povero” RMS, ha mai letto Raymond? Fatelo, e magari capirete perché una licenza non vale nulla, alla fine, per rendere veramente libero il vostro software.
PS1: sì, so benissimo che è una risposta da flame, ma, come già detto, non ho intenzione di rispondere ulteriormente. Felipe, sentiti comunque libero di cancellarmi, se ho detto cose sconvenienti ;)
PS2: no, non argomenterò con esempi di software scritto da me. Almeno fate la fatica di cercare (come avreste dovuto fare la fatica di leggervi - in orginale - la GPLv[23], magari anche qualche altra licenza, e un paio di saggi di Raymond).
@Patrizio Tassone:
Grazie del commento, è un piacere ospitarti.
@Ciro Mattia “lestat” Gonano:
Non mi sembra sia un intervento così tanto da flame, in ogni caso l’argomento è quello, ed è spinoso… mi compiaccio anzi che come al solito il livello di rispetto/civiltà sia adeguato :)
@quasi-tutti:
Una piccola precisazione, la GPL è nata per porre dei limiti “agli altri”, ossia a chi vorrebbe ostacolare la condivisione di codice. Quindi quando si parla del paradosso libertà/costrizione della GPL si tenga a mente che purtroppo è una condizione necessaria.
Anche a me piacerebbe un mondo perfetto il cui ognuno fa ciò che gli pare nel rispetto/timoredel bene supremo e dell’entropia, ma semplicemente non è così.
Peace & Love & Pollycoke :)
Un paragone tra due società basato esclusivamente sul fatturato, senza valutarne il tipo di business, la dice lunga sulla qualità dell’intervento: ha fatto bene Felipe a sottolineare questa lacuna, a mio avviso la più clamorosa dell’articolo e indice di per sé di un processo dimostrativo che presenta molte falle, sulla cui natura è meglio non indagare.
@Shuren
“Open Source è solo la definizione di una filosofia. Una delle sue applicazioni è GPL, FSF e Stallman.”
Non sono d’accordo con nemmeno una parola mi spiace :) (ma forse il bello del discutere è proprio questo)
Open Source è a mio avviso un modello di sviluppo (codificato in la cattedrale e il bazzar), non una filosofia
Il free software e il progetto gnu invece sì, hanno alcuni elementi filosofici…
La gpl è una licenza libera (niente di esoterico, mi riferisco alle quattro libertà) e quindi (per forza) anche open (il viceversa non è assicurato), ma non ne farei una questione solo di licenze in questo caso
Se si guarda la lezione magistrale di Stallman e Perens tenutasi a Roma si ha, alla fine, ben chiara la differenza fra i due movimenti… e Stallman, di certo, non afferisce all’open source (a meno che tu non voglia dargli un altro premio han solo ;) )
dimenticavo… il torrent, per chi volesse, della lezione di cui sopra http://80.79.62.58/stallman_perens.torrent
@ Felipe, sono perfettamente d’accordo con te. La storia di Red hat cerco anche di usarla sempre come esempio a quelle malelingue che dicono che il software libero e open source è anti-economico…
@MoTeo, santa pace, ma se non sai neppure la differenza tra fatturato e capitalizzazione di borsa, mi dici cosa stai ad insinuare sulla natura di un intervento? Parla almeno di valore, come Felipe, almeno non si capisce a cosa ti riferisci e ti salvi in angolo.
Non sarebbe, forse, prima il caso di capirlo e di documentarsi sul significato del contenuto?
Qua la finanza è vista come una porcata: ma la finanza è fondamentale quando c’è una società quotata in borsa, o una società che finanzia progetti con tanti soldini.
L’esempio più grande degli ultimi mesi è in Italia, non è software, ma è core per l’economia italiana, e si chiama FIAT. Non è cambiato niente, non sono stati licenziate operai - ma solo qualche dirigente - e una persona sola, Marchionne - insieme al suo staff, ha trasformato una azienda che continua a produrre quello che faceva prima cambiando poco o niente, da società fallimentare a orgoglio italiano.
Capito l’importanza di sapersi muovere tra organizzazione, bilanci, marketing e quant’altro?
Ignorare, o peggio, pensare che tutto questo sia inutile o ininfluente o addirittura da disprezzare, vuol dire non aver capito niente di niente, ed essere distanti anni luce dalla realtà.
@Lazza: RH è un caso. Ci sono altri N casi contrari. Facciamo come gli scommettitori dei cavalli che parlano solo di quando vincono e mai di quando perdono?
Non bisogna essere 100% FLOSS - come mi diceva un amico in mail - per sviluppare opensource, ma è facile quando sei google aiutare con il tuo 0.00001% il software opensource, considerando che tutto il resto che ti fornisce soldi è bene al sicuro nella cassaforte del sw proprietario (e segreto, per di più), o al sicuro in catene produttive che producono hardware da 1 tonnellata, che copiare è impossibile.
Microsoft vs software libero: se non puoi batterlo, alleati.
@ Patrizio Tassone, intendevo dire chi dice che è SEMPRE antieconomico e che è impossibile il contrario. Non c’era nessun riferimento a te visto che non ti conosco, e non mi pareva il caso comunque di usare il mio nick e parlar male di Google nello stesso paragrafo. ;-)
Qualche stupidata la fa pure Google però offre dei bei servizi gratuiti con la pubblcità.
Ops solo ora ho visto il return.
Pardon.
@Shuren
Direi che non ci capiamo, ma la cosa non è per nulla un problema, visto che la discussione è OT e decisamente poco interessante (almeno per me).
@Ciro “lestat”
Se il tuo fosse un commento da flame, i flame comincerebbero a piacermi :-)
Per fortuna ci sono persone che ragionano con la propria testa e sanno tenere un contraddittorio “caldo” senza per questo scadere nella rissa da bar.
microsoft è 70 volte più grande di RH.non ci piove.
ma è merito della licenza microsoft?non credo.
è merito della gpl se red hat è un pochino grande?forse,anche,no.
l’essere grandi o piccoli è slegato dalle licenze,imho.il peso di una licenza è notevolmente ridimensionato da svariati fattori (accordi di marketing,ma soprattutto,quanto viene applicata e rispettata alla lettera la licenza)
@Patrizio Tassone: non ti sovviene forse il fatto che ci sia poco contributo da parte della comunità a OpenOffice.org proprio perchè è un progetto nato e cresciuto dentro di una società, oltre ad avere (a detta di tutti praticamente) una codebase complicatissima per cui è molto difficile cominciare a contribuire da 0.
Perchè non prendi ad esempio KDE che è un progetto dalle dimensioni (a livello di linee di codice, moduli e dimensione più in generale) superiori a quelle di OOo che però è in ottima salute, ha una comunità fortissima dietro e in cui è facilissimo contribuire per chiunque?
Finalmente di nuovo un bel post
Vide, vedi il problema è proprio questo: mentre OpenOffice è difficile ma è FONDAMENTALE per portare linux sul desktop, KDE è bello, figo, caruccio, modulare, tutto quello che ti pare, ma non è fondamentale per niente.
Con KDE fighissimo, senza OpenOffice non si va da nessuna parte.
Con OpenOffice, e senza KDE ma con qualcosa di usabile, si potrebbe correre.
notata la differenza?
@Patrizio Tassone
koffice non è affatto da sottovalutare.. poi la versione 2 forse mi convincerà a disinstallare del tutto openoffice ;)
penso che non ci sia niente di FONDAMENTALE nell’opensource
@patrizio tassone:
mi spiace ma del tuo discorso non condivido nulla e non mi aspettavo un attacco cosi critico nei confronti della FSF.
RMS lo conosco di presenza ed e’ tutt’altro del pazzo schizofrenico che volete che passi, ha le sue fisse, ma il suo e’ uno scopo nobile.
Io ho scelto linux e la GPL2 partendo dai principi etici e dopo vent’anni non mi sveglio di soprassalto alla GPL3 dicendo: “Ehi ma che diavolo succede?”.
Quello successo con TiVO, quello successo con Novell, e tutte le bassezze fatte dalle multinazionali devono cessare.
Una nuova era sta per cominciare, un’era di liberta’, dove ognuno di noi potra studiare liberamente, dove non ci saranno stupidi brevetti a bloccare la tua voglia di fare.
Dove non si andranno ad arricchire le multinazionali solo perche riescono a minacciarti (e questo al mio paese si chiama estorsione) e a piegarti alla loro FUD o alla loro EEE.
Mettetevelo bene chiaro in testa, inculcatevelo perche noi developer, noi appassionati, noi GEEK che tanto hai calunniato, noi non cambieremo e voi bigotti dell’economia e dei numeri e dei soldi, voi vi estinguerete con loro.
Non abbiamo bisogno di voi, quindi potete bene farvi da parte.
in fede, Carlo Denaro
@Patrizio
Una programma di office automation è fondamentale come un buon desktop environment, anzi, se vogliamo essere precisini l’insieme degli utenti dei DE include quello degli utenti delle applicazioni office, ma non è vero il contrario (parlando sempre e solo di piattaforma Linux).
Non credo siano molti gli utenti che eseguono OpenOffice in twm o fmwm, no?
In ogni caso il problema di OpenOffice non è certamente la licenza ma, appunto, il suo essere a dir poco pachidermico, con tutti i problemi che ciò comporta.
Ah, aggiungo che comunque neanche a me la GPLv3 sta particolarmente simpatica, solo che l’esempio di OpenOffice mi pare che non c’entri nulla con tutto ciò.
@signor tassone e strenui difensori
Lo ripeto anche qua. Quello che ha scritto tassone rappresenta un modo confuso e assai discutibile di spiegare la gpl3
Primo definire tutto quello che e’ non tivo come accozzaglia di pacchetti, mi pare un’offesa gratuita a quella che signor Tassone le da da lavorare con la sua rivista.
Quella accozzaglia di pacchetti a cui lei non ha mai partecipato attivamente,
La sua spiegazione sulla gpl3 e’ semplicemente risibile per chi non abbia un minimo di senso critico.
TiVo ha aggirato le norme tanto care al signor tassone (gpl2), facendo sì che il prodotto esegua solo programmi la cui firma digitale è fra quelle autorizzate dal produttore, e ribadisco dallo STESSO PRODUTTORE (TIVO) chiaramente andando contro a cio’ che e’ la licenza GPL. Così mentre TiVo dice di aderire alle richieste della GPL2, che permette la modifica del codice sorgente, ogni software che è aggiunto o modificato non puo’ essere usato o riusato su TIVO.
Fregandonese di qualisiasi versione gpl si parli 1 2 3 4 o 30000
Poi la questione riguardante i rischi legali, sono ancora piu’ risibili del resto della spiegazione, visto che anche i muri sanno che in un sistema embeddizato in garanzia, se viene modificato il software viene AUTOMATICAMENTE A CADERE Qualsiasi GARANZIA.
Parliamoci chiaro Tassone lei con questo articolo, ha fatto intendere a molti che lo hanno letto che dopo tutti questi anni ancora non ha capito su cosa si basa la filosofia open source e mi scusi e’ un tantino gravino per un direttore editoriale di una rivista su linux.
Spero che i suoi lettori riflettano sulla frase “accozzaglia di pacchetti” per definire tutto quello che non era tivo compreso il linux che gli da pane e lavoro.
Spero che i suoi lettori non apprezzino la frase quanto io non l’ho apprezzata e facciano una migrazione di abbonamenti a samag
I
Vide, spiego meglio:
OpenOffice è l’esempio più calzante di progetto che, senza la presenza forte di società, non sarebbe niente. Sun ha comprato StarOffice, ne ha rilasciato i sorgenti, continua a pagare gli sviluppatori (30 su 40, statistiche di qualche tempo. gli altri 10 sono di Novell), e non c’è alcuna comunità dietro.
OpenOffice è fondamentale, senza di esso non si parlerebbe di migrazione da Windows a Linux: in tutte le presentazioni che ho visto, talk ai quali ho assistito, nessuno ha mai parlato del passaggio da Windows a Linux possa avvenire per KDE o GNOME.
Certo, ci sono, sono fondamentali, ma qualcuno con un po’ di responsabilità deve fare una classifica, avere delle priorità, non tutto sta sullo stesso piano.
Carlo Denaro: tutti possono sognare. Alcuni si svegliano e poi si ricordano di vivere una vita reale, fatta (negli USA) anche di brevetti software. Altri continuano a sognare.
Se oggi ti puoi fare una TAC o una RMN spendendo 60 euro, è perché qualche azienda ha reputato interessante investire in quel settore, fare ricerca, produrre quegli strumenti, ammortizzare i costi e proseguire.
Certo, sarebbe bello che tutto fosse gratis, che non si dovesse sottostare a nessun vincolo brevettuale: ma se quelle aziende non producono, chi lo fa, vuoi prenderti tu l’onere?
Manca soltanto che dici che la proprietà privata va abolita e siamo a posto.
@patrizio tassone:
Hai maledettamente ragione, sono un sognatore.
Il problema non e’ che io sono un sognatore, ma che tu ed altri non lo siete piu’.
@58. Vide
“@Patrizio Tassone: non ti sovviene forse il fatto che ci sia poco contributo da parte della comunità a OpenOffice.org proprio perchè è un progetto nato e cresciuto dentro di una società, oltre ad avere (a detta di tutti praticamente) una codebase complicatissima per cui è molto difficile cominciare a contribuire da 0.”
Straquoto e invito a leggere i requisiti per buildare il “next generation” jdk7 :
http://download.java.net/jdk7/docs/build/README-builds.html#gcc
Azz … non avevo letto tutto , ma questa è da ridere ( o da piangere per chi *DEVE* sviluppare ) :
http://download.java.net/jdk7/docs/build/README-builds.html#gcc29
Alessio, da quanto scrivi tu un progetto serio, e per serio intendo qualcosa sul quale il tuo deretano sta sulla graticola e se qualcosa non funziona ci perdi dei soldi, non lo hai mai portato avanti.
Stabilizzare i pacchetti è una cosa assai difficile, e normalmente lo fanno, o dovrebbero fare, le distribuzioni… quando inizi a metterci versioni di programmi sul quale un controllo di qualità non viene effettuato da nessuno, come molti software per audio/video, stabilizzare un sistema è assai difficile.
Diavolo, ma hai visto i problemi quando si usa la versione XYZ insieme alla versione ABC di un altro, che non vanno, che crashano e altro?
Io non programmo, semmai coordino, visto che la mia attività è di supporto e di project management: se pensi che tutto il mondo è degli sviluppatori, non hai capito niente di niente.
Non hai capito niente neppure dei rischi legali: la non modifica è anche per questo, se la alteri l’azienda madre, o magari le società di broadcast con cui tivo ha i contratti, fanno causa o fanno caos. Tivo non ha aggirato proprio niente: ha fatto quello che gli era stato permesso.
Tra l’altro la GPL3 continua a permettere la Tivo-izazione, ma solo per strumenti destinati ad un uso enterprise, ma lei l’ha letta la GPL3?
Io credo che sta nenia della filosofia deve finire, io ci lavoro da 9 anni con il software opensource, rischiando del mio, e vagamente penso di aver capito. lei cosa fa, così vediamo se la differente sensibilità deriva dalle esperienze effettuate.
Tra l’altro consigliare una rivista che fino a qualche anno fa parlava esclusivamente di Solaris, faccia lei… la coerenza non è nelle corde di troppa gente.
Gli sviluppatori opensource non sono santi subito eh… un conto è saper scriver codice, un conto è saper stare al mondo, e una non implica l’altra. C’è gente ragionevole, ma anche gente che lo è molto poco.
blackout, quando la tua vita dipenderà dal software opensource, sarò felice di assumerti o presentarti a molte aziende: quando arriverà l’ora dello stipendio, ti pagheranno in sogni.
Quei sogni potrai spenderli dove vorrai, vediamo cosa riuscirai a fare.
Sognare va bene, ma qualcuno un po’ di pragmatismo deve pur averlo.
@ Patrizio Tassone
“Tra l’altro consigliare una rivista che fino a qualche anno fa parlava esclusivamente di Solaris, faccia lei… la coerenza non è nelle corde di troppa gente.”
Che strano : ho un bel po’ di numeri di oltrelinux regolarmente comprati in edicola ; se dovessi contare tutte le pagine in cui si parla (direttamente o indirettamente) di Sun, Solaris e Java , sicuramente non starebbero sulle dita di una mano , ma neanche di due, tre , quattro , cinque …
@patrizio tassone:
Attualmente lavoro grazie all’open source in una azienda che sta sotto ad una multinazionale molto affermata. Rilasciamo in GPL, prossimamente nella versione 3.
Come vedi patrizio, non vedi oltre il dito cui ti nascondi. Ma non fa nulla, ognuno ha le sue idee, tu hai le tue, io ho le mie. Fra 10 anni potremo tirare le somme e vedere chi realmente ha scambiato fischi per fiaschi. Forse saro io…
Purtroppo gli sviluppatori non sono degli imbecilli, e i geeks non sono stupidi, quando si tireranno le somme i conti dovranno tornare. E’ la matematica.
Blackout: io ho le mie, già, qualcuno ha postato i link di discussioni su it.comp.linux.development del 1999 (che nostalgia!) e ho avuto piacere di vedere come le mie, di idee, non sono cambiate.
E che quanto scrivevo si è puntualmente avverato. 8 anni fa.
Io non mi nascondo dietro niente, ma se tu lavori per una multinazionale, beh, c’è qualcuno che decide anche per te, e non sa niente di gpl, sa solo di bilanci.
Sai, rileggi quanto scritto di google: anche oracle rilascia qualche software sotto licenze OSI, ed è facile quando il proprio business è al sicuro :-)
Anonimo: vediamo, premesso che IO non ho problemi a parlare di Java, non ne avevo quando non era aperto figurarsi adesso.
Mi pareva fosse qualcuno a consigliare riviste che, fino a qualche anno fa, in pieno Linux, continuavano a vedere solo Solaris (chiuso) come unico sistema.
Tutto qua :-)
Ora però non ho più tempo di seguire i post, Punto Informatico è stato divertente, ma ho anche da lavorare.
Buon fine settimana a tutti.
@TASSONE
Alessio, da quanto scrivi tu un progetto serio, e per serio intendo qualcosa sul quale il tuo deretano sta sulla graticola e se qualcosa non funziona ci perdi dei soldi, non lo hai mai portato avanti.
L’ho fatto e lo faccio tutti i giorni, fidati dai un’occhiatina al mio linkedin e vedi che non dormo dappiedi
Stabilizzare i pacchetti è una cosa assai difficile, e normalmente lo fanno, o dovrebbero fare, le distribuzioni… quando inizi a metterci versioni di programmi sul quale un controllo di qualità non viene effettuato da nessuno, come molti software per audio/video, stabilizzare un sistema è assai difficile.
Diavolo, ma hai visto i problemi quando si usa la versione XYZ insieme alla versione ABC di un altro, che non vanno, che crashano e altro?
Si ma questo, non centra Patrizio con la questione del comportamento Tivo, fa parte di ogni processo produttivo, sia software sia hw la stabilizzazione del prodotto, non puoi vendere qualcosa che non funziona e i processi di supporto successivi fanno parte del processo. Se Tivo voleva vendere il suo device era normale che accadesse. Quello che non doveva accadere era fare il furbo.
Io non programmo, semmai coordino, visto che la mia attività è di supporto e di project management: se pensi che tutto il mondo è degli sviluppatori, non hai capito niente di niente.
Non hai capito niente neppure dei rischi legali: la non modifica è anche per questo, se la alteri l’azienda madre, o magari le società di broadcast con cui tivo ha i contratti, fanno causa o fanno caos. Tivo non ha aggirato proprio niente: ha fatto quello che gli era stato permesso.
Tra l’altro la GPL3 continua a permettere la Tivo-izazione, ma solo per strumenti destinati ad un uso enterprise, ma lei l’ha letta la GPL3?
forse leggiamo licenze diverse :D
to any product, dal sito fsf, ma dove l’hai letta questa cosa?
The ban on tivoization applies to any product whose use by consumers, even occasionally, is to be expected. GPLv3 tolerates tivoization only for products that are almost exclusively meant for businesses and organizations. (The latest draft of GPLv3 states this criterion explicitly.)
Io credo che sta nenia della filosofia deve finire, io ci lavoro da 9 anni con il software opensource, rischiando del mio, e vagamente penso di aver capito. lei cosa fa, così vediamo se la differente sensibilità deriva dalle esperienze effettuate.
Eh allora qui ci lavoriamo tutti con l’opensource mica solo lei, o pensa che dopo novell, redhat, ci sia la stardata?
Tra l’altro consigliare una rivista che fino a qualche anno fa parlava esclusivamente di Solaris, faccia lei… la coerenza non è nelle corde di troppa gente.
Corde perche’ parla di linux da parecchi anni. Parla di tutto. Vedo che legge solo la sua rivista, secondo me e’ lì il suo problema.
Gli sviluppatori opensource non sono santi subito eh… un conto è saper scriver codice, un conto è saper stare al mondo, e una non implica l’altra. C’è gente ragionevole, ma anche gente che lo è molto poco.
Si parlare di cose che alla fine non si sviluppano, e come dare un parere sul tempo, non sai che tempo fara’ ma ognuno pensa di avere un’opinione.
Prima di citare Torvalds impari con umilta’ a capire cosa Torvalds e la FSF sviluppano e fanno ogni giorno. Senno’ questo tipo di suo editoriale lascia il tempo che trova.
Si ho capito lei vuole i monologhi Bravo, rischia solo lei di tasche sue, Fa solo lei l’enterprise bravo contento!
Con questo suo commento si e’ espresso molto chiaramente.
A parlare con lei c’e’ solo da perdere tempo.
E’ vero non accetta ne’ contradditori, ne’ tanto meno che si metta in discussione il suo strano modo di vedere la gpl! Contento?
Pensavo che fosse una persona con un minimo di autocritica sbaglio.
Continuini così.
@patrizio tassone:
purtroppo le cattive abitudini vedo, sono dure da dimenticare. Mi chiedo allora perche coltivi questo interesse editoriale per linux.. se ce lo vuoi spiegare saremmo tutti lieti di saperlo.
Hai asserito che non hai sogni e sei pragmatico, hai detto con veemenza che nel mondo e’ solo questione di soldi e che linux sta sputando nel piatto ove sta mangiando.. cosa ti lega a linux?
Quale dei molteplici aspetti ti spinge a lavorare su un progetto editoriale chiamato “linux&co”?
I soldi? Il fatto di poter dire, io sono stato il primo? La gloria?
scusami ma onestamente non riesco a capirti, non riesco a giustificare le tue idee dato il tuo ruolo di divulgatore. se sei cosi gentile da spiegarmelo/spiegarcelo te ne sarei oltremodo grato.
chiudo dicendo, anche io non ho molto piu tempo da dedicare a questo (ci tengo a sottolineare) civile frame..
ringrazio p.tassone x essersi cmq espresso e di avermi cmq risposto malgrado forse saro sembrato (senza volerlo) sgradevole. ringrazio felipe x non avermi fanculizzato (e mi scuso dell’abuso nel suo blogs). buon fine settimana e cmq >>> linux non e’ solo business <<<
@Alessio:
se hai reperibilità 24×7, sai bene che è la qualità di quello che metti in piedi che conta, e non la licenza che ha. O forse, se va giù e c’è un disservizio, il tuo capo ti dice che non è importante perché comunque è opensource?
Tivo: non ho capito se prendi per il naso o no. Leggiamo diverse licenze? Ma se hai pastato tu il pezzo:
GPLv3 tolerates tivoization only for products that are almost exclusively meant for businesses and organizations. (The latest draft of GPLv3 states this criterion explicitly.)
Tivo, ho detto, restituisce un sistema stabilizzato, il che vuol dire che l’ipotetica azienda XYZ che produce il concorrente del tivo prende il lavoro fatto e ottiene la stessa identica cosa, perché tutto il sorgente è lì.
Tra l’altro nelle 4 libertà di Stallman, sarò io che non ci leggo alcun riferimento all’hardware, ma ripeto, sarò solo io.
Per inciso io non sono a favore del DRM “per tutte le stagioni”, ma nel TiVO secondo me le garanzie fondamentali vengono tutelate alla grande.
Samag è passata a considerare Linux nel 2003, ed è una rivista inglese (tra l’altro assai cara), non vorrei dire… Ma tu Linux&C. l’hai mai guardato? Perché io leggo quelle estere, e non racconto balle, come mi pare tu stia facendo. Forse nel 2003 samag tu non sapevi neppure cosa fosse, mentre io lo leggevo da almeno 3 anni, e ho qua i numeri che lo dimostrano.
Io imparare l’umiltà? Io ho fatto un commento, PUNTO. Se considero la FSF dei cretini o dei fenomeni, o Torvalds un genio o un idiota non conta. Conta quello che c’è scritto nella GPL3, oggetto della discussione.
Tra l’altro ho criticato aspramente Torvalds quando è stato il caso di criticarlo, gli ho fatto i complimenti quando, sempre secondo me, era il caso di farglieli.
Quella dei monologhi penso sia veramente la boiata del giorno: se volevo un monologo non avrei mai dato il consenso a pubblicare su Punto Informatico dove i troll si sprecano, e le critiche sono fin troppo personali, ma sarei rimasto sulla carta stampata, e le critiche sarebbero uscite con la sordina.
@blackout
Mi fai capire le tue deduzioni? Io sono avverso alla GPL3 - come Torvalds, mica pucci pucci bau bau - e automaticamente non sono degno di pubblicare una rivista Linux?
Posso credere in un sistema operativo che funziona, ad un modello di sviluppo, a una qualità intrinseca anche se ci sono tante cose che non vanno e tanti dubbi che affiorano?
Posso divulgare come far bene con Linux, come far funzionare il sistema al meglio e dimostrare così che è una alternativa?
E, nel frattempo, è così astruso un pragmatismo per cui, tra una soluzione open che non va e una close che funziona non ci penso neppure mezzo secondo a scegliere quella close se fa bene quello che mi serve? E che prima guardo alla qualità e poi alla licenza? E che, tra due soluzioni, scelgo sicuramente quella open se la qualità è quantomeno comparabile a quella close?
Io non ci vedo nessun contrasto, anzi, sono centinaia le persone che, senza fanatismo, riescono a lavorare con soddisfazione con Linux e a dare contributi interessanti.
E ti dirò, penso di non pronunciare la parola comunità da anni, perché se qualcosa non va, che ci sia una persona o 100 dietro, non va PUNTO.
Io presento, o cerco di presentare soluzioni, e Linux&C. è orientato solo ad esse, e presentiamo tutto ciò che funziona: questo è, secondo me, il miglior modo di dimostrare che Linux può far bene.
E, credo, anche l’unico modo.
@ Patrizio Tassone, “Certo, sarebbe bello che tutto fosse gratis.”
Un giornalista che parla di Linux che confonde l’open source con il freeware?
Questa è gravina eh… :-|
“E ti dirò, penso di non pronunciare la parola comunità da anni, perché se qualcosa non va, che ci sia una persona o 100 dietro, non va PUNTO.”
Su questo non esprimo le mie opinioni perché voglio evitare insulti e bestemmie. E già con questa frase sono stato abbastanza eloquente.
“E, nel frattempo, è così astruso un pragmatismo per cui, tra una soluzione open che non va e una close che funziona non ci penso neppure mezzo secondo a scegliere quella close se fa bene quello che mi serve? E che prima guardo alla qualità e poi alla licenza? E che, tra due soluzioni, scelgo sicuramente quella open se la qualità è quantomeno comparabile a quella close?”
sono completamente d’accordo
@Lazza
stavo parlando di TAC e RMN, non di software -________________________-
:P
@Patrizio Tassone:
Invece di parlare di sogni ed idealismo, rispondi alle mie perplessità, molto concrete e terrene, nel post 55 ?
e dove sarebbe scusa? io non lo vedo…
…continuazione dal post precedente:
E per tornare ai soldi, come non capire che se un business fallisce, è semplicemente perchè non ha saputo competere ? Come non capire che i molti fallimenti tra le aziende basate su FOSS, non è un testamento all’inefficacia del sistema, quanto a quella dei vecchi modelli di business, laddove applicati in un mondo diverso da quello di qualche anno fa ? O dobbiamo inferire che Internet è una svista _solo_ perchè abbiamo assistito ad una bolla speculativa massiva qualche annetto fa ? Non è piuttosto la dimostrazione che tante aziende non erano pronte al nuovo “paesaggio” competitivo ?
Il FOSS è semplicemente IL Software 2.0 (anzi 2+), e la GPL è in effetti l’incarnazione più profonda, perchè abbraccia _anche_ gli sviluppatori, ma al primo posto pone _noi_: gli utenti.
D’altronde il modello Google insegna una cosa: il SaaS, il Software come Servizio, è il futuro. Il paradigma del Software come Prodotto è in via d’estinzione (e quello schizzato d’un sudafricano l’ha capito benissimo).
PS: e per quanto riguarda Tivoizzazione e DRM, due facce della stessa medaglia (anzi, a ben vedere la stessa faccia), come non capire che si vuole impedire che un cartello (parola distante anni luce dall’idea di libero mercato) di aziende si coalizzino per buttarci fuori dal nostro stesso hardware e stabilire loro le regole della nostra fruizione di contenuti, in spregio alle più elementari nozioni di “fair use” ? O pensi veramente che certe necessità non vadano tutelate usando tutte le leve possibili, licenza di successo compresa ? Non è che sei uno di quegli idealisti (sì, proprio tu che parli di soldi) da sperare _esclusivamente_ nella bontà delle future decisioni (a livello nazionale e non) di illuminatissimi (ed ancor più competenti) governanti (o giudici) ?
Abbiamo già visto cosa succede a non pararsi il didietro (vedi Novell)… E non tiriamo in ballo vaccate pro-brevetti software, che ci si può scrivere un libro. Impedire perlomeno che con una mano ti forniscano del software e dall’altra ti chiedano royalties per non meglio specificati brevetti (grazie alle assurdità della legislazione vigente in certi paesi) mi sembra il minimo…
@felipe:
Complimenti per l’analisi ed il linguaggio, ma soprattutto per le idee, che spesso traspaiono anche _dietro_ le parole, od al di là, se preferisci ;)
Ripasto, e lo spezzo, così magari qualche maledetto filtro non mi taglia (incrociando le dita, e cancellando i maledetti cookie)…
@Patrizio Tassone:
Leggo regolarmente la rivista (ed anche una della concorrenza), ed apprezzo il livello tecnico medio degli articoli.
Per quanto riguarda i tuoi editoriali, non mi sono sempre trovato a mio agio, più col _sottotesto_ che non con le argomentazioni, e questa tua “filippica” contro la GPLv3 conferma le mie (brutte) sensazioni.
Premetto che non credo nella tua malafede, nel senso che di certo non credo tu sia un lacchè di M$ o qualche FUDer pagato apposta; solo che questo, piuttosto che rivelarsi un merito, rischia di essere etichettabile come ulteriore imbarazzo…
…perchè, posso capire un Ballmer che sparge fango a più non posso, per lui il FOSS è semplicemente un concorrente, ma ben più attrezzato dei precedenti (ed anche dei seguenti…), e non acquistabile al merc.. ahem a scalate, od in altre (fantasiose) maniere.
Ma come si fa, da dentro la comunità, a non capire che GPLv3 != comunismo/socialismo/etc, e che la FSF _non_ è nemica dei soldi (come leggere altrimenti l’articolo) ?
La vecchia GPL è preferita anche da pragmatici come Linus, proprio perchè _impedisce_ di rubare: M$ non può semplicemente infilare in Winblows lo stack TCP/IP di Linux (come in passato ha invece fatto con quello BSD), farne fork proprietari e mantenerseli alla faccia della comunità.
Cosa c’è di più vicino al concetto di libero mercato di un consorzio di sviluppatori ed aziende attorno ad uno standard od un software (od entrambe le cose, vedi OOo) ? Cos’altro è Linux il kernel, con tutte le ricadute commerciali, se non un consorzio ?
La nuova GPL è solo una barriera contro i molti tentativi di dirottare i mille “consorzi” nati dentro (e grazie alla) comunità del software libero in qualcosa di manovrabile a piacimento dai soliti noti… E questo, da parte della FSF, non è mettere al primo posto il consumatore ?
…continua
@84
“D’altronde il modello Google insegna una cosa: il SaaS, il Software come Servizio, è il futuro. Il paradigma del Software come Prodotto è in via d’estinzione (e quello schizzato d’un sudafricano l’ha capito benissimo).”
Come no , come l’energia elettrica , l’acqua , il gas … sono tutti servizi. Ora anche il software … e il prossimo cosa sarà ? L’aria ??? E poi ???
Magari offriranno la vista , il tatto , l’udito on demand … la vita stessa sarà un servizio on demand gentilmente offerto dal miliardario di turno ????
Nella visione di Stallman il software viene considerato non come un servizio da cui trarre profitto , ma come un bene fondamentale per lo sviluppo e la crescita dell’individuo e della collettività. Uno strumento individuale e collettivo come l’acqua, l’aria, il cibo , l’istruzione , l’assistenza medica … non un “oggetto” o un servizio da vendere al mercato o su internet. Chi considera negativamente Stallman, lo dipinge come un pazzo, un visionario, un imbonitore, quasi come se perversamente costringa a seguirlo in nome della libertà e poi il solo a guadagnarci sulla pelle di chi opera nell’OpenSource fosse lui.
NON è VERO … ANDATE A VEDERE CHI VERAMENTE CI GUADAGNA, CHI METTE SU CAMPAGNE COMMERCIALI E MEDIATICHE PER CONVINCERE CHE LA PROPRIA AZIENDA è UNA COMUNITà DA CUI *TUTTI* POSSONO TRARRE BENEFICIO.
Stallman è uno che è passato dalla programmazione , non è un fantastiliardario che s’è “comprato” un viaggio interstellare e che, se non fosse stato per il sistema di sicurezza della navetta , al ritorno avrebbe mandato in pezzi tutto perchè ha “accidentalmente” azionato i motori ; un fanta…. etc che s’è comprato una comunità a botte di picconate sulle altre.
Avete un ‘altra visione del mondo e delle cose ???? OK … scegliete software non GPL, andate a lavorare per una qualche multinazionale, per Microsoft , per Mr.Ubuntu_che_ha_dirottato_la_ISS_e_gli_ha_fatto_fuori_un_giroscopio, o in piccolo fatevi un blog come questo , trattate tematiche popolari in modo che i vs. accessi siano alti a tal punto da poter vendere spazi pubblicitari … tiratevi pure gli amici … insomma fate quel che vi pare , ma non ve la prendete con Stallman perchè vi ha accompagnato fino all’uscio di casa aprendovi anche la porta e ora se ne torna indietro.
***aprendovi l’uscio di casa per farvi vedere che là fuori c’è un mondo ***
no perchè se no sembrava che intendessi che vi caccia fuori di casa , ma comunque anche in ambito familiare prima o poi succede più o meno la stessa cosa :D
O no ????? :-\
Caro Patrizio Tassone, quando tenti di bacchettare Blackout vantando la liberta’ di scegliere linux solo perche’ e’ un sistema che funzione, semplicemente sbagli.
Per carita’ lo sbaglio non sta nella liberta’ di pensare e di scegliere, quanto nella conclusione e alla scelta a cui sei giunto.
(traduzione: quindi sei libero di pensarla come ti pare, ma di avere ragione non se ne parla proprio..quindi neanche a stare qui a parlare di chi e’ libero di dire cosa, concentriamoci sul valore di quanto detto)
E ti spiego il perche’.
Innanzi tutto una distribuzione e’ una distribuzione Gnu/linux, a chiamarlo sempre e solo linux si perde il significato e solo in questo caso potrebbe passare per buono il tuo pensiero: usiamo come metro di giudizio solo la qualita’ del software.
Ma poiche’ una distribuzione e’ gnu/linux e non solo linux, bisogna prestare particolare importanza al termine gnu e quindi riferirsi alla filosofia che sta dietro.
Inoltre quando uno sviluppatore decide di adottare una licenza gnu gpl, evidentemente lo fa perche’ e’ daccordo con tale visione delle cose.
Tale visione delle cose semplicemente fa riferimento al pensiero del suo fondatore:
http://video.google.com/googleplayer.swf?docId=-7319760967286790378&hl=it
Sempre dallo stesso video, prego di prestare particolare attenzione a partire dal minuto 13.10 :
“molte persone usano sw libero ma non hanno mai pensato alla questione della liberta’ che e’ alla base del sw libero…se non dai valore alla tua liberta’, finirai per perderla)
Capito? tu puoi non vederci alcun contrasto e continuare a lavorare con soddisfazione con linux e dare contributi interessanti, ma di fatto non stai aiutando il movimento perche’ hai perso di vista e addirittura non vuoi vedere la parte piu’ importante di questo movimento, che poi’ e’ anche all’origine di tutto.
Tutto cio’ mi ricorda l’episodio molto frequente dello studente che dopo le prime lezioni di fisica all’esame se ne esce con una frase del genere: e cio’ dimostra la legge della conservazione dell’energia e della massa.
Ehhh, peccato che la conservazione e’ un principio ed e’ un principio che fa da fondamento a tutta la teoria esistente oggi, quindi e’ palese che ogni risultato dipende da tale principio, e tale principio si ritrova alla fine come semplice verifica che tutto sia andato per il verso giusto (traduzione: se non ti spunta la conservazione hai toppato). Se cambiasse tale principio di conservazione andrebbe riscritta tutta la teoria fisica e tale.
Allo stesso modo se e’ in discussione il principio che sta dietro la licenza gnu gpl, e’ inutile parlare di vantaggi tecnici, muore tutto, anzi e’ gia’ morto perche’ e’ caduta la sua origine: niente ha piu’ senso e nessuna teoria funziona piu’ in senso generale.
Quanto e’ stato fatto con la gplv3 sembra chiaro: le nuove trovate di aziende mirate a so