PackageKit - la gestione di pacchetti in stile GNOME (finalmente)
In Ergonomia, Estetica, News e altre Sciccherie, Troiate del giorno il 24/08/07 @ 13:26 , trackbackGrande notizia dal fronte GNOME, si sta finalmente cercando di dare una decisa sistemazione a uno degli aspetti più universalmente problematici di GNOME e l’integrazione con il sistema operativo “sottostante”.
Il gestore delle applicazioni, da cui è possibile installare/rimuovere/aggiornare
Ecco a voi PackageKit, lo vedete qui in alto in una sua versione preliminare ma già praticamente funzionante. Cosa è? Cosa non è? A cosa serve? Perché è nato? Dove vuole arrivare? Sì, ma quanti siete? Questa ed altre domande trovano tutte una spiegazione altamente razionale e condivisibile…
Cosa è? Cosa non è?
PackageKit è un punto di convergenza tra differenti gestori di pacchetti (APT, YUM, SMART, Conary ecc… perfino Emerge!) e GNOME, un sistema di astrazione basato su chiamate dbus.
Non è un “servizio” o “demone” ma invece si attiva e disattiva automaticamente, e solo quando ce n’è bisogno. Non è un rimpiazzo per GNOME App Install (che però potrà farne uso), per Up2Date, per Synaptic o qualsiasi altra interfaccia grafica a gestori di pacchetti. Non è assolutamente un rimpiazzo per APT, dpkg, rpm, YUM o qualsiasi altro gestore di pacchetti.
A cosa serve? Perché è nato?
Ad unificare ancora di più, all’insegna dell’ergonomia e dell’estetica, l’aspetto e il comportamento di GNOME sulle piattaforme più disparate. A non costringere gli utenti novizi a doversi confrontare con la linea di comando e a rendere l’installazione, aggiornamento e rimozione di applicazioni una faccenda interamente grafica e per niente caotica. In stile GNOME, appunto.
PackageKit richiede un riavvio appena completato un aggiornamento critico (es. kernel)
Servirà ad esempio a facilitare l’installazione di componenti aggiuntivi o software non compreso in una installazione standard. Nella pagina wiki di PackageKit c’è descritto un caso d’uso molto interessante e soprendente nella sua semplicità: un utente clicca su un file ti tipo documento di testo, e se non è presente una copia di OpenOffice.org installata, PackageKit si offre di farlo¹… e il tutto senza richiedere la password, dal momento che quel software è sicuro, firmato, garantito dal distributore ed è contenuto nella lista di applicazioni isntallabili.
Qui c’è il blog dello sviluppatore principale, Richard Hughes, dove potete reperire moltissime altre informazioni e aggiornamenti. Ovviamente tutte le considerazioni sulla sicurezza saranno prese in considerazione, studiate e vagliate prima di lasciar commettere qualche errore irreversibile al primo utente senza idea di cosa faccia. Credo di potermi fidare che gli sviluppatori GNOME facciano la cosa più sensata :D
Sì, ma quanti siete? (cit)
Pochi, per adesso, non ha senso installare PackageKit finché non supporterà appieno tutti i backend principali. Aspettiamo che cresca bene e venga integrato in GNOME, nel frattempo però sappiate che è disponibile un repository git per avere accesso al codice sorgente:
git clone git://people.freedesktop.org/~hughsient/PackageKit git clone git://people.freedesktop.org/~hughsient/gnome-packagekit
Il sistema è stato spezzettato in due parti, il “servizio” e la gui GNOME. Chissà se in futuro vedremo una relativa implementazione KDE? Sarebbe quasi chiedere troppo :)
—
[¹] Esatto, per chi usa Ubuntu questa idea non è completamente nuova, ma è sempre meglio che qualcosa del genere avvenga “upstream” direttamente da GNOME :)
— Pagine forse correlate:
- QPackageKit entra in PackageKit
- Anche KDE avrà PackageKit
- Grrr…andi speranze per PackageKit
- PackageKit con il “suggeritore” all’opera
- PackageKit ci suggerirà quali applicazioni installare
- debug: PackageKit finalmente GNOME pacchetti gestione stile
Commenti »
Felipe, non ho capito bene la differenza fra questo coso e Synaptic, a parte il fatto che non mi chiede la password se necessito di software sicuro.
È un “synaptic” per la sola roba Gnome? Scusa, sarà che sono stanco, ma non ci ho capito molto
Che bel tema, quale engine gtk è stato usato?
“Sì, ma quanti siete?”
Un fiorino!
Comunque non so se sbaglio, ma penso KPackage faccia la stessa cosa. ;)
la password che si mette per installare i pachetti infatti non server per ceritificare il software che si va installando per avere i giusti permessi di scrittura nelle varie directory; se non la richiede vuol dire che gira con i permessi di root e ciò è male.
Carino invece il fatto che se non ci sono programmi per aprire un dato formato scegli lui cosa installare.
Non definire apt-get install pachetto caotico perchè in realtà è la cosa piu semplice del mondo; se ci fosse bisogno di usare dpkg e risolvere le dipendenze a manina ok, ma apt è tutt’altro che caotico.
Ciao
@Indi, synaptic non fa parte di gnome.
@indy:
Come dice Mattia, Synaptic non fa parte di GNOME, e poi supporta solo APT. PackageKit supporta una grande quantità di backend e sarà una specie di aggiunta ai GNOME System Tools, per come la vedo io.
@Mattia:
Quello è il nuovo Clearlooks, lo troverai come stile predefinito di GNOME 2.20. Anche se nella schermata credo che sia modificato.
@Lashbg:
Caotico era riferito alle interfacce grafiche tipo Synaptic. Ma sappi che la linea di comando riserva un aggettivo che ti piacerebbe ancora di meno.
Un conto siamo io e te, un altro è l’utente comune, che al solo pensiero di dover “scrivere in un terminale” - nel XXI secolo - ha conati di vomito.
Sembra davvero interessante…!
@Bl@ster
Non mi hai dato tempo di scriverlo “un fiorino” :(
Comunque è un progetto interessantissimo secondo me (se funziona)
boh… sara’ ma Synaptic per me e’ di una facilita’ sconvolgente. Dovro fare un corso linux a breve… vedremo se i miei alunni troveranno difficolta’ ad installare un programma in Gnome… spero’ di no’.
Sempre rimanendo OT ma esiste un modo di togliere le righe orizzontali che dividono il menù le icone e la barra dell’indirizzo in nautilus?
In modo da avere un unica sfumatura per tutta la finestra.
Non vi fissate solo su synaptic. packagekit è un frontend per TUTTI i gestori di TUTTE le distribuzioni (o quasi)
quindi qual’è la differenza tra questo e synaptic? (come qualcuno chiedeva)
che synaptic non funziona su gentoo, mandriva, red hat, etc……
e meno male che c’è anche scritto chiaramente :P
@Ivan
i tuoi alunni non installeranno programmi in GNOME, li installeranno semplicemente su ubuntu.
se uno dei tuoi alunni volesse cambiare distribuzione?
“4. Lashbg - 24 Agosto 2007 @ 13:41
la password che si mette per installare i pacchetti infatti non server per certificare il software”
Lashbg è un professionista dell’informatica a tal punto che ormai dice “server” invece di “serve” :-)
Comunque grazie, ora è più chiaro.
@felipe: ho ricompilato i gtk-engines a manina di recente… e quella è una novità del nuovo clearlooks: le scrollbar del colore dello sfondo finestre.
A system reboot is required?
Ma quindi, come diceva Lashbg, gira con i privilegi di superuser? Ditemi di no!
dalloliogm: quando aggiorni il kernel, o l’initrd o simili, conviene farlo!
@mattia
@felipe
Sì, è il nuovo tema di Clearlooks di Gnome 2.20, ma non è stato modificato.
Qui trovate le immagini della Beta 1 (in alto a destra):
http://phoronix.com/
Mi sembra che il tema sia sostanzialmente identico…
buluca, Lashbg, PackageKit sfruttera’ PolicyKit per risolvere il problema. Da notare che PolicyKit e’ gia’ usato da tempo in GNOME e nessuno si e’ mai lamentato quando inserendo la propria chiavetta USB questa veniva montata senza fiatare :)
Per un esempio di come funziona PolicyKit:
http://people.freedesktop.org/~david/PolicyKit-example.png
@loopback:
Grazie, prezioso come sempre :)
“packagekit è un frontend per TUTTI i gestori di TUTTE le distribuzioni (o quasi)”
insomma è un frontend per i frontend… troppi passaggi.
SMART supporta DEB RPM (direttamente attraverso DPKG ed RPM),
supporta repo YUM, YAST, UBUNTU etc…
ha gia’ una gui.
Io l’ho usato in ubuntu/kubuntu, ora lo uso in opensuse.
@simo:
In realtà c’è una piccola modifica rispetto a qullo attuale. Quello sull’svn ha dei colori leggermenti caldi per il background della finestra. Sono quelli di clearlooks attuale con saturazione 1 anzichè 4, per così lo rende meno “freddo” (come felipe faceva notare giustamente) ma allo stesso tempo neutro, caratteristica essenziale IMHO.
loopback: un conto è montare una chiavetta, un altro installare software a livello di sistema, che di certo dev’essere quantomeno riservato a particolari utenti… (BTW grazie per PolicyKit)
@Tutti-gli-interessati-a-Clearlooks: È quello originale con le modifiche dette da Cimi… a me era preso un colpo per le scrollbar, pensavo di aver compilato male :D
ma a pacman non ci pensa mai nessuno?
@loopback
sapevo che usava hal e d-bus ma non plolicykit.
tra montare una chiavetta ed installare un programma ce ne passa parecchio :)
un conto è che un utente qualsiasi della macchina possa montare una chiavetta un altro è installare programmi, sinceramente non mi va molto che un mio familiare apre sto programma e si metta ad installare programmi senza che nessuno gli chieda una password; spero ci sia un modo per disabilitarlo senza troppo sforzo.
Ciao
E poi non so se avete notato il bottoncino “Restart computer now” con il conto alla rovescia.
Se qualcuno tra voi non ha avuto a che fare con Windows e con il suo dannato pop-up Riavvia-il-computer-in-seguito che spunta fuori ogni 3 secondi non puo’ capire di cosa parlo…
@lashbg
se i tuoi familiari hanno accesso al tuo profilo si suppone che conoscano anche la password…sia che gli venga chiesta sia che no.
@Diavolo Rosso
hanno un loro profilo e loro password; come password intendevo quella di root
@ Felipe:
“l’utente comune, che al solo pensiero di dover “scrivere in un terminale” - nel XXI secolo - ha conati di vomito.”
Io avrei un conato di vomito ad usare -nel XXI secolo- un sistema di “comunicazione” usato nella preistoria: le icone (geroglifici). Ogni immagine ha un preciso significato, tu ci clicci sopra, la indichi…
La scrittura è più evoluta ;) Siccome credo di essere una persona con piene facoltà mentali, non vedo il bisogno di comunicare ad immagini ;)
Opinioni personali, ognuno poi fa quello che trova più comodo, ovvio….
@Diavolo_Rosso
Ma carissimo… pensi che chi viene da windows e fa il primo corso di linux avra’ il primo obiettivo quello di cambiare distro?
Ho capito dalle spiegazioni che non devo immaginare packagekit limitato alla sola distro ubuntu, ma anche alle altre “povere” distro senza synaptic ;) ;)
Non vorrei essere troppo OT e stizon, ma chi usa KDE non deve sperare di avere una gestione dei pacchetti troppo facile… CHI ha scelto fino ad adesso KDE e’ un informatico (amante dei menu che non finiscono mai e super configurabile) mentre chi usa Gnome e’ una persona amante della semplicita’.
Due obiettivi diversi che spero vengano mantenuti anche in futuro…
stizon=scaldacolla
OT:
No, perchè è abituato al fatto che esiste un solo modo di fare le cose (e farle male). Il primo corso di GNU/Linux dovrebbe fornire anche la consapevolezza che questo non è vero.
Perchè? Mi sembrano due definizioni abbastanza superficiali. Volendo considerare il newbie, un motivo per scegliere KDE sarebbe quello di essersi imbattuto in (qualcuno che consiglia) una distribuzione KDE-centrica.
Lashbg,
PolicyKit non e’ pensato per dare i permessi di fare qualsiasi cosa a chiunque, cosi’ come con Ubuntu non tutti gli utenti sono abilitati all’utilizzzo di sudo.
[...] Posted Agosto 24, 2007 Su Planet GNOME (e non solo) da qualche tempo di legge sempre più spesso di PackageKit,il progetto portato avanti da Richard [...]
non mi piace l’idea.. preferirei qualcosa di più radicale, tipo un package manager standard (synaptic?) per il quale gestire i vari formati sarebbe un giochetto da nulla (già lo fa ubuntu ad esempio con i codec e i plugin di firefox) e o imporre un formato standard tra deb e rpm (non ne posso più di questa doppia possibilità: serve un formato standard per gestire l’installazione di un programma!) o fare in modo che tale package manager gestisca ambi i formati. Mi sembra uno spreco di risorse umane aggiungere un altro layer per ottenere una infrastruttura di questo tipo: dpkg->apt-get->synaptic->?PackageKit?->gnome.
jewelz,
in realta’ avresti:
dpkg -> apt-* -> PackageKit -> gnome-packagekit
@loopback cerca di spiegarti meglio, non ho ben capito come funziona: non mi sembra che apt supporti dbus ma forse mi sbaglio… insomma a sentire gnam mi sembra sensato quello che intendo io (tra l’altro grazie gnam per l’interessantissima segnalazione di smart: devo trovare un modo per provarlo). Già abbiamo gnome app install che secondo me è totalmente inutile, non vedo perchè aggiungere ulteriori livelli che portano al problema di frammentazione delle soluzioni cui felipe ha già accennato, oltre ad offrire un fertilissimo campo per bug! non vorrei essere nei panni dei programmatori che dovranno gestire un frontend per 3/4 applicazioni che avranno delle differenze anche profonde! Ripeto, mi sembra uno spreco inutile quando basterebbe migliorare una applicazione già ottima ma con potenzialità molto superiori come synaptic.
jewelz,
provo a chiarire il mio pensiero. Apt non supporta dbus, ovvio, ma il backend di PackageKit per apt si. Le tue perplessita’ comuqnue decadono se analizzi questo tool non nell’ottica di un utente Ubuntu, ma in quella di un generico utente GNOME di una generica distribuzione. Ti ricordo che sia gnome-app-install che synaptic sono due tool debian/ubuntu. E se io usassi Slackware?
e infatti io dico di standardizzare questo tool: se non synaptic usiamo yum o il tool di slack o quello che è, mi importa relativamente quale verrà adottato, quello che mi interessa è che fosse UNO e UNICO, un tool come questo a mio parere favorisce questo casino di formati e package manager, e in un aspetto sensibile come quello dell’installazione e aggiornamento delle applicazioni mi piacerebbe avere una soluzione standard con un conseguente accentramento degli sforzi, che in genere vuol dire sviluppo + veloce e migliore… è forse una utopia?
@jewelz:
Riprendo solo l’ultimo punto da te espresso, per il resto trovi tutte le risposte nell’articolo. Io amo Ubuntu e bla bla bla… ma soluzioni del genere sono contento che arrivino direttamente da GNOME, perché so che saranno:
1) Pensate, scritte e mantenute bene (in linea di massima)
2) Unificate e standardizzate il più possibile per differenti contesti
3) In qualche modo “imposte” in maniera pacifica
Le soluzioni provenienti da Ubuntu, Red Hat, Novell ecc, specie se così fortemente legate all’identità della distro come può essere il gestore dei pacchetti, resteranno sempre legate ad Ubuntu, Red Hat, Novell ecc.
Ovviamente ci sono tutte le eccezioni che si vogliono, ma il concetto è quello.
[...] PackageKit - la gestione di pacchetti in stile GNOME (finalmente) Grande notizia dal fronte GNOME, si sta finalmente cercando di dare una decisa sistemazione a uno degli aspetti più […] [...]
felipe hai pienamente ragione, io facevo un discorso puramente teorico, ed avere un package manager indipendente dalla distro, pienamente integrato in gnome e che non sia solo un front-end penso sia *la* soluzione ottimale. Ma se come tu dici ogni distro vorrà far prevalere la sua identità alla crescita globale del SO, allora questo packagekit ha un significato, delegando a questi poveracci della gnome foundation la “standardizzazione e integrazione di ciò che standard e integrato non è”
PackageKit supporta emerge ma non pacman!?
No oh cos’è questa storia che non supporta pacman? -.-
toketin, Bl@ster,
PackageKit e’ un progetto giovanissimo, e’ ovvio che non supporti tutti i software di gestione dei pacchetti. Per questo l’autore stesso ha chiesto i contributi di tutti. Scrivete il backend per pacman e lui sara’ piu’ che felice di aggiungerlo al progetto. E’ anche disposto a scrivere lui il codice a patto che gli vengano forniti gli script che seguano lo standard definito da PackageKit. Maggiori info qui:
http://hughsient.livejournal.com/34440.html
Per quelli che criticano PolicyKit “perchè fa girare tutto come root”, PolicyKit è stato proprio pensato (da David Zeuthen, sviluppatore principale di HAL) per gestire meglo sessioni e permessi. Se io sono un utente col permesso di installare software, allora non mi chiederà la password altrimenti me la chiederà (e magari direttamente quella di root). Insomma, vedetelo un po’ come un sudo-on-steroids (fondamentalmente perl’integrazione con dbus)
Bello, mi piace. Bell’iniziativa.
@Vide
da dove si configurano i permessi di policykit ??
@lashbg: sinceramente non lo so perchè non ci ho mai messo mano, immagino comunque ci sia qualcosa di simile ai .fdi di HAL per la gestione dell’hw
anzi, beccati la documentazione diretta :P
http://people.freedesktop.org/~david/polkit-spec.html#polkit-conf
— Felipe (enfasi mia)
Significa che questo software è:
instabile?
installabile?
installabile ma instabile?
non una etichetta (isn’t label)?
LOL?
Io voto per l’ultima.
OK… OK… Scusate -.-
[...] ritenuto quasi un’esclusiva di GNOME (cfr “PackageKit - la gestione di pacchetti in stile GNOME (finalmente)“) adesso sembra si stia lavorando ad una versione KDE (o Qt?): esiste una directory [...]
è gummy, il nuovo clearlooks di andrea “cimi” cimitan