Chiacchierata con Simone “ubuntista” Brunozzi, un italiano ad UbuntuLive
In News il 21/09/07 @ 12:25 trackbackLe foto scattate durante il viaggio statunitense di Simone, in occasione della presentazione che ha tenuto ad Ubuntu Live 2007, raccontano una passione in bilico tra pratico raziocinio e infatuazione bambinesca. E forse è questo a rendermelo così vicino.
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Per la serie “Il Salotto di (maria de) Felipe“… ne ho scritto in passato e torno a farlo oggi, come risultato della chiacchierata “casual” che ho avuto ieri con lui, tra considerazioni semiserie e progetti futuri, incalzato dalla mia curiosità scimmiesca:
felipe: [...] allora, mi spieghi cosa ci facevi tu “all’america” insieme a Mark “sorriso di stelle” Shuttleworth?
simone brunozzi:A febbraio ho proposto due talk per Ubuntu Live (un altro me l’hanno cassato). A marzo hanno accettato. Poi ho organizzato vari giri a San Francisco, Vancouver, Edmonton, approfittando che dovevo andare a Portland.
Ubuntu Live e la presentazione tenuta
felipe: ma tipo aspe’, uno qualsiasi si sveglia una mattina e decide di fare un talk per ubuntu? Non che voglia dire che sei “uno qualsiasi” :)
simone brunozzi:beh, dipende… di solito guardano il curriculum, e in effetti lo sono, rispetto a certi “giganti” che erano lì, nomi eccellenti come: tim o’reilly (che ho conosciuto e con cui scambio email settimanali!), il CEO di MySQL, che ho conosciuto, e che ogni tanto mi scrive, John Maddog Hall, Matt zimmermann, Mitchell Kapor…
felipe: ah beh, giusto pochi intimi :)
simone brunozzi: eheh, io poi sono un attaccabottoni micidiale. Forse perchè sono molto atipico, non “osanno” nessuno, e non faccio perdere troppo tempo e poi ho uno slang americano che probabilmente fa ridere molto.
felipe:Che conferenza era e a cosa era mirata?
simone brunozzi: UbuntuLive era mirata ad essere la prima conferenza mondiale per aziende e education con varia roba tecnica, ma diversa dal solito incontro “for developers”. io ero l’unico italiano (cazzo quanto costava il volo)
- Il processo di assunzione è spesso corrotto (sì, corrotto)
- Gli impiegati pubblici non possono essere licenziai (davvero!), quindi i posti di lavoro attraggono gente di non eccelsa levatura
felipe: ho letto il tuo talk e mi sono un po’ stupito. C’era una cosa che mi ha colpito perché molto… “vera”: una diapositiva in cui spiegavi agli americani il concetto di “posto fisso clientelare” :D Non che per loro sia totalmente sconosciuto, ma insomma è raro trovare chi lo dice con tanta schiettezza! Mi chiedevo come la cosa fosse stata accolta.
simone brunozzi: ora ti dico: in realtà temevo anche un autogol, ma non mi avrebbe fatto un baffo. Poi, invece, ho visto gli occhi dei presenti che strabuzzavano quasi come se avessi detto qualcosa di a) inaspettato b) inimmaginabile. Al termine, infatti, 3 persone hanno apprezzato quel tipo di schiettezza, e un tipo che lavora anche per l’Italia mi ha scritto dicendomi che “ora capiva tante cose” :-)
felipe:beh loro hanno anche di peggio, ma credo che faccia impressione il nostro modo di “accettare” la normalità della cosa
simone brunozzi: no, loro (intendo statunitensi e britannici) non hanno di peggio, per alcuni motivi: a) il fenomeno è molto meno evidente; b) lo stato è più snello e c) la loro burocrazia, in confronto, è minima. Tranne quando devi cercare un visto per lavorare in USA e non ce la fai per motivi burocratici :-)
felipe: hehe, dicevo “di peggio” nel senso che hanno dei picchi, ma poi nella normalità lo scandalo è tutto nostro
simone brunozzi: si infatti
Macchine sportive, uomini-ragno e isolotti tropicali
felipe: sappi che ti ho invidiato dentro la mustang (era un mustang?)
simone brunozzi: ehehehheeheheheh :) si: GT. Per un giorno ho fatto lo sborone. Sai, ogni tanto ci vuole
felipe: ma sì, lo avrei fatto anche io
simone brunozzi: e poi mi è costato solo 40$ più di una macchina normale, quindi…
felipe: quello che forse non avrei fatto semmai era travestirsi da superman e saltellare con Mark Shuttleworth in …quella specie di …cosa era?
simone brunozzi: eheheh lì c’era a disposizione questo “gioco” in cui bisognava vestire una tuta, saltellare verso una parete, e rimanere “appesi” (la tuta aderiva come una stringa a “strappo”). Io tra l’altro ho introdotto la pratica della capriola, ovviamente poi tutti gli altri hanno seguito a ruota.
felipe: ma senti, secondo te come se lo deve essere vissuto l’incontro con te, Mr Ubuntu? nel senso… come è stato per lui conoscerti?
simone brunozzi: già ci sentivamo per email e infatti ha riconosciuto il nome sul cartellino. Era ovviamente molto indaffarato ma mi ha dedicato diversi minuti ed è stato davvero cordiale. Secondo me era curioso, dato che nelle mie “missive” tiravo sempre fuori cose strane, cosa che a volte “forzo” anche per evitare la banalità.
felipe: si direbbe che è uno che ha talmente tanti soldi che potrebbe assumere una controfigura per vivere la sua vita normale mentre il vero lui se ne sta sdraiato in riva ad un suo atollo?
simone brunozzi: si, ma è uno che sa godersi i soldi in maniera secondo me “saggia”. Prendi ad esempio il viaggio nello spazio. Su 100 ricconi della net economy sotto i trenta anni, NESSUNO ha smesso di vivere per un anno per andare in Russia, imparare il russo, e sborsare 20 milioni per una settimana nello spazio. È un modo di godersi la vita “attivo” piuttosto che il classico “isolotto tropicale, trio di bionde, birra e aragosta”
felipe: …che schifo, non mi ci far pensare
simone brunozzi: non fare l’ironico :-)
felipe: non ero ironico: con l’aragosta solo succo d’uva bianco!
simone brunozzi: ahahaha
felipe: :)
simone brunozzi: la cosa bella di Mark è che è “uno qualunque”. Secondo me non ha nemmeno bisogno dei soldi o perlomeno, non di quelli oltre i 3-4 milioni di euro che ti permettono di fare TUTTO. Alla fine di una mia piccola intervista nei suoi confronti, ho chiesto un consiglio da dare a ME, per avere il suo TIPO di successo, lui mi ha risposto “fai qualcosa che ti appassiona, il resto viene da sè”, e “non necessariamente diventi ricco economicamente, ma ti sentirai tanto bene”.
felipe: ottimo consiglio, anche se forse me lo aspettavo, ma voglio allontanare il rischio di farti sentire troppo filosofico, tornando ad Ubuntu Live: a che altri talk interessanti hai assistito?
simone brunozzi: beh, secondo me i più interessanti sono stati quelli “generici”, per esempio matt asay e lo stesso tim o’reilly sono persone che ti fanno vedere le cose in maniera chiara, dall’alto, trovi molto materiale su ubuntulive.com. Piuttosto, sono stato felice di vedere Jono Bacon al talk su UbuntuSemplice, e lo stesso Tim O’reilly
Le due anime di Simone
felipe: tempo fa ho segnalato due o tre tuoi progetti, sul post di recensione a ubuntista. L’idea che mi sono fatto di te, col tuo permesso, è di vulcano-di-idee un po’ sognatore e un po’ pratico
simone brunozzi: eh si, è precisa, in effetti, se dovessi farti l’elenco delle cose che seguo, rimarresti sopreso. Girano voci di un mio gemello rinchiuso in casa che mi da una mano… :)
felipe: a dire il vero mi sono chiesto se queste idee fluiscono verso qualche parte, nel senso: hanno una direzione precisa?
simone brunozzi: beh, distinguo due direzioni: una è “etica”, filosofica, generosa, un’altra è una ricerca di qualcosa per la mia vita e la mia carriera. Mi basta semplicemente distinguere sempre, in maniera chiara, verso quale direzione è orientato un progetto. Ubuntu Semplice, ad esempio, non sarà mai una fonte di guadagno per me, Beeseek invece potrebbe esserlo.
felipe: possibilmente l’una dovrebbe sorreggere l’altra, o almeno stando al consiglio di mark ;)
simone brunozzi: beh, in realtà credo che qualcosa debba sempre esistere, al di fuori del puro e semplice guadagno, anche ammettendo che tutto quello che uno fa sia un piacere. È un modo pre “rilassare la parte più egoistica e “capitalistica” che secondo me giace dentro ognuno di noi”.
felipe: “guadagno” ha molte sfumature e cmq senza voler tirare in causa Weber¹, non credo che sia sbagliato voler godere di cose materiali
simone brunozzi: si esatto, la tua citazione è azzeccatissima, però credo sia doveroso essere sempre chiari, soprattutto perchè poi ci sono persone che dedicano volontariamente il proprio tempo e loro DEVONO sapere a chi lo dedicano e a quali condizioni
felipe: condivisibile
simone brunozzi: cosa ti impedisce di dire “completamente d’accordo”? (per capire)
felipe: parsimonia nell’uso dei tasti
simone brunozzi: ahahaha LOL
felipe: se fossimo di presenza, a sto punto della conversazione ci starebbe qualcosa di spiritosissimo e altamente raffinato, tipo lo schiocco vicino ai genitali in stile Benigni… o cose del genere
simone brunozzi: ahahaha io pensavo a un tremore divanesco
felipe: haha, invece mi sa che ti lascio andare perché la tua mezz’ora l’ho dilatata a dismisura :)
simone brunozzi: eh si, ma è stato piacevolissimo
felipe: anche per me!
…e per voi? :)
—
[¹] Max Weber, cfr L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (Max Weber)
— Pagine forse correlate:
Commenti »
E bravo Simone !
La foto con Mark vestito da teletubbies multicolor è davvero fenomenale. Ti invidio..
Voglio essere come lui
sembrava una cosa preconfezionata,
se così non fosse complimenti a entrambi, piacevolissima :)
…e per voi? :)
per me non molto, un po’ banale, ma fa piacere sentire qualcosa che pur si muove in questo ambiente.
una cosa a parte è —-”È un modo pre “rilassare la parte più egoistica e “capitalistica” che secondo me giace dentro ognuno di noi”” —- io non sono d’accordo, dentro di me c’è uno spirito egoistico che si concilia con quello altruistico e che fa a pugni con la realtà alterata che mi circonda …
Un gran personaggio
Grazie Felipe!
Finalmente hai fatto parlare Simone sul suo viaggio americano. Ero veramente curioso, ma ancora non mi sono tolto tutte le curiosità, vorrei sapere molto di più.
;-)
sei un grande e le tue idee sn geniali
Ci vogliono persone cosi’, che riescano a far sapere ai non italiani che non tutti noi (italiani) siamo degli ignoranti e dei faciloni. Molto bello anche lo stile dell’intervista. :)
@_theMajor:
Cosa intendi? Io e Simone ci siamo “incontrati” ieri su Jabber casualmente (io ero appena tornato da una mattinata asfissiante e lui stava per andare ad inaugurare second life per Assisi) e abbiamo improvvisato questa chiacchierata.
Totale tempo chiacchierata: 3/4 d’ora circa.
Totale tempo editing: 1/2 ora circa.
@onepixel:
Contattalo, anche se superindaffarato gli farà probabilmente piacere :)
@frank95com:
Grazie, ho scoperto che mi piace un sacco “intervistare” in modo così non-serio :)
[OT]
non ho capito come funziona beeseek .. è opensource.. ma sfrutta google per le ricerche o_o? qualcuno sa illuminarmi?
@ felipe/ubuntista:
…tutto molto bello…l’unica cosa che mi ha lasciato perplesso è:
…gli impiegati pubblici non possono essere licenziati… => …quindi i posti di lavoro attraggono gente di non eccelsa levatura…
…non ne afferro il nesso logico…
Francesco
@ UbuntuBible, perché tanto sanno che anche se non sanno lavorare bene una volta ottentuo il posto sono al sicuro!
@ Felipe, hai fatto benissimo a parlare di questo grande uomo!
blood: Beeseek è open source, ma al momento non è ancora un progetto completo; di conseguenza, per iniziare a raccogliere dati, stiamo usando google.
Per qualsiasi ulteriore domanda ti invito a contattarmi!
UbuntuBible: esatto quello che dice Lazza: chi NON sa lavorare cerca il posto pubblico perchè lì non subisce le conseguenze della sua scarsa produttività. Ovviamente è un discorso generale ed esistono numerose eccezioni.
Onestamente il posto pubblico se fisso io lo prenderei perchè avrei la sicurezza di portare a casa la pagnotta. E’ una bella generalizzazione arrivare a dire che chi NON sa lavorare cerca il posto pubblico e chi SA lavorare no. Poi insomma ci sono posti pubblici con delle selezioni da far impallidire i dottorati universitari…
Chiusa la parentesi lavorativa due cose:
1 – per avere una foto con mark con la tuta multicolor adesiva venderei un rene
2 – Non ho capito cs’è UbuntuLive : |
@ ubuntista:
…sì, che il posto una volta assicurato sia fisso sono d’accordo…ma che c’entri con la non eccelsa levatura non lo so…era solo una precisazione non era polemica :) …
…anche perchè se Felipe è un insegnante statale sarebbe anche lui un impiegato pubblico…e immagino lo si dovrebbe annoverare fra le eccezioni ;)…
…però vedi scritto così…bò…mi sembra molto offensivo e generalizzante…es. se dopo la laurea che sto conseguendo in chimica industriale a posto di andare a lavorare in un’industria/azienda chimica scegliessi, (e personalmente non credo di farlo), di intraprendere la difficile carriera del ricercatore statale…bè dopo essermi fatto un mazzo così a risalire un’interminabile graduatoria in competizione internazionale fra genietti della chimica per qualche decina d’anni…insomma mi girererebbero un pò i coyony a sentirmi dare del “non eccelsa levatura”…
…se invece aprissi un tabacchino sarei annoverato fra i premi nobel?…
…hai ricordato agli americani/inglesi quanto (a differenza dei loro colleghi esteri) vengono pagati gli insegnanti statali qui in italia?…se gli dai pure l’insicurezza del posto bè credo che andrebbero tutti a fare i commercianti (così potrebbero pure “truccare” i conti, cosa che il dipendente statale non può fare)…
Francesco
Pensavo che fosse un piccio, invece…
siete dei grandi -)
>(così potrebbero pure “truccare” i conti, cosa che il dipendente statale non >può fare)…
Basta con sta storia!! E pieno, pieno di statali che hanno il secondo lavoro festivo a nero (sul quale evidentemente non ci pagano le tasse :P), cosi come e pieno di dipendenti che “fanno il lavoretto fuori mano” senza rilasciare ricevuta d’acconto, o che hanno la badante a nero, di pensionati” (”baby” e non) che comunque lavorano eccecc.
Anche quello e truccare i conti.L’evasione e un male comune che deriva dalla scarsa educazione civica.
Generalizzare e sbagliato, ma diciamo che il sistema “pubblico” fatto di promozioni automatiche e scatti di anzianita premia determinati comportamenti NON virtuosi (compresa quella cosa scandalosa che sono diventati i concorsi pubblici): appiattisce invece di premiare e non e meritocratico.
Figurati che in moltissimi stati europei gli statali NON POSSONO nemmeno scioperare, perche servono l’interesse comune e non un interesse particolare (quello del sindacato). Qui da noi invece dal ‘90 in poi abbiamo voluto “privatizzare” il pubblico impiego ed abbiamo realizzato una “porcata” assurda (non e per nulla “privatizzato”, ma e una mezza via di tutto).
[...] Chiacchierata con Simone “ubuntista” Brunozzi, un italiano ad UbuntuLive Le foto scattate durante il viaggio statunitense di Simone, in occasione della presentazione che ha tenuto ad Ubuntu […] [...]
grande!!!! Grande!!!!!!!!
Preciso una cosa: nella presentazione ho detto che il posto pubblico NON ATTIRA persone capaci. Ovviamente ci sono eccezioni, ovvero persone capaci che preferiscono il posto pubblico. Tutto qui!
UbuntuLive è una conferenza mondiale su Ubuntu, per far incontrare aziende, università, eccetera.
Preciso una cosa: nella presentazione ho detto che il posto pubblico NON ATTIRA persone capaci. Ovviamente ci sono eccezioni, ovvero persone capaci che preferiscono il posto pubblico. Tutto qui!
UbuntuLive è una conferenza mondiale su Ubuntu, per far incontrare aziende, università, eccetera.
Dire che il posto pubblico “non attira persone capaci” è forse vero in una situazione ideale in cui ciascuno può scegliere liberamente il suo posto di lavoro. Forse.
Intanto sulla scelta del posto fisso influisce una caratteristica che nulla ha a che vedere con le capacità del singolo, cioè la sua avversione al rischio: insomma, magari sono bravo ma preferisco guadagnare 1000 sicuri al mese che 2000 quando va bene e 0 quando va male.
In seconda battuta, a proposito della “situazione ideale”, al momento non tutti possono SCEGLIERE il proprio posto di lavoro, anzi, la maggior parte delle persone non possono per cui non è affatto detto che chi finisce a lavorare nel pubblico impiego davvero abbia intenzionalmente scelto e perseguito tale percorso.
Questi due punti riguardo la SCELTA del posto pubblico come un qualcosa, salvo eccezioni, in malafede.
“PA’s employees can’t be fired (really)”
Dunque, la frase, così formulata, è semplicemente falsa. Gli impiegati pubblici POSSONO essere licenziati, secondo le leggi attuali, e mi sembra molto scorretto andare all’estero a scrivere il contrario. Capisco bene che poi le persone si stupiscano.
Detto questo è vero che spesso non vengono licenziati, ma questo sovente dipende dalle connivenze con la dirigenza (la quale, toh, è licenziabile molto facilmente). In ogni caso attenzione a toccare il punto della facilità di licenziamento, perché magari il licenziamento più facile incentiva la produttività (punto su cui non tutti gli analisti concordano, anche guardando a situazioni di altri stati) ma certo pone i lavoratori in una oggettiva situazione di maggiore ricattabilità da parte del datore (dato che con la attuale difficoltà di trovare lavoro questo decide della vita del lavoratore e della sua famiglia). Alla fine si tratta di scegliere cosa preferiamo.
Infine, scusandomi con quanti hanno perso il loro tempo fin qui a causa della mia prolissità:
“no, loro (intendo statunitensi e britannici) non hanno di peggio, per alcuni motivi: a) il fenomeno è molto meno evidente; b) lo stato è più snello e c) la loro burocrazia, in confronto, è minima”
a) il fatto che è meno evidente rende meno grave il problema? Argomentazione probabilmente discutibile, tanto che ritengo si intendesse qualcosa di diverso.
b) certo che lo stato è più snello e che (c) la burocrazia è minima, anche qui si tratta di scelte: lo stato risparmia, i lavoratori sono incentivati e hanno una maggiore produttività… in cambio le scuole pubbliche sono un ghetto per le classi povere, la sanità non è un diritto garantito a tutti e la Gran Bretagna sta riflettendo sulla opportunità di tornare indietro dalla privatizzazione delle ferrovie, dal momento che queste, agendo nel mercato, non sono incentivate a servire le tratte minori e i collegamenti con i piccoli centri.
Come ho detto è spesso questione di scelte, che però non credo possano essere affrontate con eccessiva leggerezza.
Tarzan:
chi avversa il rischio accetta anche una assunzione a tempo indeterminato per una azienda privata, ma pagato probabilmente meglio che in una pubblica.
Quindi il posto pubblico, pagando poco, disincentiva le persone capaci. I tuoi discorsi si applicano a tutti, ma essendo numeri statistici, il pubblico impiego ha sempre una dominante del genere, che quindi lo rende meno interessante per quelli capaci.
Se mi riesci ad elencare 100 dipendenti pubblici licenziati per motivi non legati a reati penali o di bilancio IN TUTTA ITALIA nel 2007, ti faccio un monumento.
MENO EVIDENTE = meno diffuso (qui è colpa mia perchè il termine è infelice)
b) e c) non hanno a che fare solo con una privatizzazione; in Francia, UK e Canada, ad esempio, la sanità è pubblica, ma certe cose “italiote” accadono di meno, e b) e c) persistono.
Spero di averti risposto e aver chiarito meglio, pur rispettando il tuo punto di vista.
Ciao!
L’anonimo del messaggio precedente sono io! Avevo dimenticato di fare login :-)
@ ubuntista :)
Si, la provincia di Trento ha licenziato 5 impiegati per scarsa produttivita quest’estate.La cosa ha fatto cosi scalpore che ne hanno parlato tutti i giornali :) Questo per confermare quanto dici (mi trovi pienamente in sintonia).
Inoltre @Tarzan attenzione a non confondere dipendenti pubblici con dipendenti di enti pubblici economici (vedi Ferrovie, anche se adesso e una spa).Quelli anche qui da noi sono sempre stati licenziabili (che poi questo avvenisse era un altro paio di maniche): avevano un normalissimo contratto di lavoro di dir.privato.I dipendenti pubblici invece NO: godono di una “botta” di privilegi grazie alla falsa privatizzazione del P.I e sono sempre stati considerati una preziosa risorsa di voti da questo o quel governo (stranamente sono sempre quelli che in sede di contrattazione collettiva tra ARAN e ministeri spuntano aumenti superiori alla categoria dei metalmeccanici -storicamente considerati il metro di paragone- )
ciaooo
Skumpic
@ Felipe: è la prima volte che scrivo da mesi (un po’ per pigrizia, un po’ perché in genere mi piace guardare le cose dall’esterno..) e devo dire che il tuo blog è sinceramente uno dei più educati ed educanti. proprio per questo che vorrei dire 2 parole nella più umile delle mie opinioni:
@ubuntista: Premesso che in una società civile la tua ottica sarebbe ovvia e condivisibile, credo che le tue affermazioni siano estrapolate dal contesto in cui vivono i cittadini italiani (almeno quelli del centro-sud), dove il lavoro è un privilegio, il precariato è una forma di schiavitù, ed il costo della vita (forse anche grazie ad astuti imprenditori e palazzinari) è veramente troppo alto. Da qui deriva il “sogno” di uno stipendio a lungo termine. Io vorrei solo non dover lavorare a progetto con contratto che scade ogni 3 6 mesi (da almeno 5 anni è così per me). Spero di essere stato chiaro.
PS: GRAZIE a tutti voi che fate crescere una bella distribuzione come ubuntu!!!
Posso sapere dove affittare una Mustang in IT?
Posso sapere dove prenderla a 40 euro di più di una VOLVO?
Grazie
PS – Bellissima ed interessante l’intervista…
@ Ubuntista:
partendo da un tuo assunto (government can’t go bankrupt – anche questo potenzialmente falso, vedi argentina, ma in generale abbastanza vero da poter generalizzare come “le amministrazioni hanno generalmente vincoli di bilancio poco stringenti”):
a) l’assunzione a tempo indeterminato presso un privato non dà le stesse garanzie, se non altro proprio per il tuo assunto: il privato può fallire, il pubblico no. Il fatto che nel privato sarebbe pagato di più è esattamente quello che intendevo con “meglio 1000 sicuri che 2000 rischiosi” per chi è avverso al rischio.
b) se ci sono dipendenti licenziati per motivi di bilancio, quando questo è, per il solito assunto, meno stringente per le pubbliche amministrazioni, bè, direi che questi sono veri e propri licenziamenti, non accomunabili a quelli derivanti direttamente o indirettamente da illecito penale
@skumpic:
attenzione a non confondere i lavoratori inquadrati nel contratto collettivo dei “ministeriali” propriamente detti con quelli della “scuola” o della “sanità”: i primi in effetti hanno sempre strappato condizioni migliori, e su questo sono d’accordo con te, ma non rappresentano certo tutto il vasto mondo del pubblico impiego. Ah, e il discorso dei voti dovrebbe valere per tutte le categorie, infondo anche i metalmeccanici sarebbero un bacino di voti… così non è, purtroppo per questi ultimi, ma non credo che un peggioramento delle condizioni dei dipendenti pubblici porterebbe a migliorare quelle dei metalmeccanici. (Piccola nota, la contrattazione collettiva si svolge tra ARAN e sindacati).
Mi preme comunque sottolineare (e daila con la prolissità) che personalmente sono assolutamente d’accordo con chi sottolinea il problema della scarsissima efficienza della nostra amministrazione, dei comportamenti deprecabili di una parte dei dipendenti pubblici e altre questioni sacrosante che il nostro paese dovrà prima o poi riuscire a risolvere; non sono d’accordo col guardare a tutto questo in modo un po’ troppo semplicistico, come mi era parso nel leggere la slide in materia: non basta il licenziamento facile a incentivare la produttività, e il problema del “contratto incentivante” è alquanto complesso, personalmente sentendomi inadatto a trattarlo, e le conclusioni cui porterebbe potrebbero non essere accettabili.
Forse il problema è soprattutto culturale, in Canada e Francia, per citare un paio di esempi riportati, c’è un rispetto molto maggiore per la “cosa pubblica” e probabilmente questo si propaga a quanti sono chiamati a “servire” tale bene. Da noi tale rispetto non esiste. Ma a questo punto il discorso scivola tristemente ne “è tutto un magna magna”, “si stava meglio quando si stava peggio” etc etc… e odio quei discorsi.
Per cui, buonanotte.
Eheheh… in effetti quella sui dipendenti pubblici è un po’ “forte”: andrebbero scisse e considerate separatamente le “categorie” d’impiegati statali (parastatali e affini, per citare il Signor G.). Quella degli insegnanti è una di quelle “povere” – vogliamo dire sfigate? – che, invece, meriterebbero ben altra retribuzione… anche se la maggior parte della “corporazione”, ahinoi, è costituita da imbecilli. Ma questo avviene un po’ ovunque. Non sono un sostenitore dello “Stato corto” (ma se è per questo neppure del capitalismo e della democrazia all’occidentale… e gli Americani, intesi come modello di sviluppo, d’economia e di governo, non sono i miei “migliori amici”), ma rischierei d’andare decisamente OT – nell’OT… – parlando di questo. Ad ogni modo, forse in quel frangente rendeva l’idea. Certo, io magari avrei fatto notare che il Paese più ricco del mondo ha ancora i pali della luce in legno e il 90% della gente che muore di fame nel suburbio, va a scuola passando dal metal detector e rischia d’essere lasciato per strada dopo la rianimazione perché non può permettersi le cliniche private… forse sono meglio i dipendenti pubblici italiani? De gustibus… O:-)
mi fa sempre piacere vedere un italiano “lassù” :)
@quella-dei-dipendenti-pubblici-è-un-po’-forte:
Anche io l’ho pensato, e anche io (come immagino voi) mi sono meravigliato del fatto di trovarla all’interno di una presentazione rivolta ad un pubblico estero. Per questo ne ho chiesto i “retroscena” a Simone.
D’accordo con voi che è un po’ forte, dunque, ma come tutte le generalizzazioni ha un qualche fondo di verità, o meglio una ragione d’essere. Poi ho pensato all’ultima volta che sono entrato all’anagrafe del mio Comune, all’Università, alla questura o in qualsiasi altro posto in cui non ci sia una spinta meritocratica.
La scuola, parlo della realtà che conosco, è un immenso pachiderma paraplegico dal metabolismo quasi fermo. Mangia tanto, digerisce in tempi geologici e produce poco. Molto poco. Il motivo secondo me è che gli insegnanti e i dirigenti scolastici non sono mai sottoposti ad esami-rendiconto del lavoro svolto (ci sono esami solo “prima”, con umiliazioni varie pre-abilitazione).
L’affermazione di Simone era forte, ma in molti casi è vero che farebbe bene un po’ di meritocrazia, senza parlare di perdite di posto o scenari apocalittici…
“i posti di lavoro attraggono gente di non eccelsa levatura”.
Il posto di lavoro in una PA, con la scarsità di lavoro che c’è ora, attrae praticamente tutti, non gente di non eccelsa levatura. Poi ovviamente ci ritrovi tutti, bravi e non. Il sistema poi aiuta a non fa produrre pure quelli bravi.
Sarei curioso di sapere cosa ha attratto Simone, visto che lavora per una PA.
Da un simile vulcano di idee non mi aspettavo un interesse verso un mondo giustamente bistrattato.
Che sia lo stipendio fisso e sicuro?
nando: forse perchè non sono di eccelsa levatura ? :-)
E io che ne sò?
Non mi pare ma dimmelo tu.
Non vale fare il finto modesto però.
e dai che c’era il “:-)”.
[...] anche quattro simpatiche chiacchiere riguardo alla sua “gita” negli States all’ UL07. Simone è un tipo in gamba e sta portando avanti tantissimi progetti, tra cui Beeseek e [...]
Anche se in ritardo, dico la mia sui dipendenti pubblici: ma chi l’ha detto che non possono essere licenziati? In pratica avviene molto difficilmente, anche xché abbiamo una classe dirigente di m***a, ma il contratto del pubblico impiego il licenziamento lo prevede, eccome!