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Open source nel Comune di Bologna

In News, Politica il 13/03 @ 16:21 trackback

Ricevo da Federica Cenacchi e pubblico con piacere:

Caro Felipe,
lunedì 9 marzo si è svolta una udienza conoscitiva presso il Comune di Bologna, nella quale sono stati illustrati tutti i progetti attivi o in corso di attivazione in ambito open source, in particolare la migrazione alla suite OpenOffice.org.
Stiamo mandando a tutti i quotidiani “ufficiali” (online e non) il resoconto di quanto detto durante l’udienza, e una scheda più tecnica sui software usati nei nostri sistemi, con la speranza che venga scritto qualche articolo sul nostro percorso verso il software libero.

Il tuo blog è un’ottima e affidabile fonte di notizie, al pari di portali più “professionali”, perciò se vorrai scrivere un articolo (o anche una nota (o anche un commento :-))) sui nostri sforzi per adottare tecnologie aperte, sarebbe sicuramente una cosa ottima, anche per incoraggiare altre PA ad intraprendere le stesse scelte.

Sono a disposizione per informazioni e chiarimenti.

Ciao e grazie,
Federica

Beh prima di tutto sono io che ringrazio te per la disponibilità e la segnalazione: sono sempre felice di dare risalto a questo tipo di iniziative, specie se portate avanti da persone simpatiche e amichevoli! Sono andato a consultare il sito del Comune di Bologna ed effettivamente in prima pagina c’è (al momento) un rimando alla comunicazione ufficiale in cui si delineano gli obiettivi del progetto. Riporto alcune frasi salienti:

Il Comune di Bologna ha avviato una sperimentazione per l’introduzione graduale dell’applicativo OpenOffice.org nei propri PC, all’interno di un progetto più ampio.  Ad oggi sono stati migrati cinque Settori, tutti i Musei e le Biblioteche di Quartiere per un totale di circa 600 PC. L’obiettivo finale è migrare entro il 2009 circa 2400 delle 3600 postazioni in uso presso il Comune di Bologna, a tendere, con la progressiva sparizione delle applicazioni proprietarie in uso, si potrà arrivare alla migrazione totale delle postazioni utente [...]

Grassetto mio. Non male! Vi consiglio di approfondire con la scheda tecnica “Open source nel Comune di Bologna” in cui si dettaglia quali tecnologie verranno utilizzate oltre ad OpenOffice.org. Da parte mia vanno i complimenti a tutti gli individui coinvolti nel progetto, secondo me notizie del genere meritano la massima diffusione anche (soprattutto?) tra chi non conosce ancora l’esistenza di alternative libere.

Io vorrei riceverne ogni giorno!


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Commenti »

1. gp - 13/03 @ 16:47

Bravi a Bologna.
Sarebbe bella una iniziativa del genere anche a livello nazionale…incominciare con semplici sperimentazioni in certi settori sarebbe già un gran passo.
Peccato purtroppo che Mr. Brunetta ha deciso di affidare l’informatizzazione pubblica a Microsoft stringendo un accordo ministeriale.
In Francia la polizia è passata ad Ubuntu…ma in Italia si sa, arriviamo sempre in ritardo.
Che paese vecchio che siamo.

gp

2. barra - 13/03 @ 17:29

Io sinceramente sono abbastanza favorevole all’accordo MS – governo.

In Italia non ci sono grandi aziende che diano consulenza su soluzioni opensource e che siano in grado di seguire tutto il territorio italiano. Novell non so nemmeno se ha un ufficio in italia, Rh ha uffici a roma e milano e poco +. Attualmente nessuno in italia ha la forza per negoziare un accordo che preveda una consulenza su tutto il territorio italiano come ha fatto MS.

L’accordo con MS almeno permetterà di risparmiare soldi (carta, posta ecc), tempo (se realmente arrivano a informatizzare tutto entro il 2012 l’italia l’amministrazione pubblica diventerebbe un’altra cosa). Inoltre l’accordo con MS prevede che siano rese pubbliche tutte le specifiche dei formati utilizzati.

In Francia l’azienda che fa consulenza al governo francese è grande e ha filiali in tutto il territorio e ha avuto un supporto di primo piano da parte di canonical stessa.

3. dirac3000 - 13/03 @ 18:06

A me non dispiace questa mossa del comune di Bologna. Pur non avendo tuttissime le caratteristiche che offre MS Office, probabilmente offre tutto quello che ha bisogno la PA amministrazione di Bologna.

@barra:Per quanto in parte tu possa avere ragione sul fatto che MS e’ una grande azienda che puo’ offrire ottimo supporto, credo che per MS Office in particolare non ci sia bisogno di assistenza particolare – mi pare. Il motivo per cui ci sono tante aziende di consulenza che offrono supporto solo a prodotti MS e’ dovuto al fatto che questi prodotti sono piu’ diffusi. Se si cambia la tendenza, per esempio facendo adottare la suite OpenOffice alle PA, cambiera’ anche la tendenza per le agenzie di consulenza.

4. Pippo - 13/03 @ 18:08

@ barra
“L’accordo con MS almeno permetterà di risparmiare soldi”
Mah, su questo non ci giurerei. Oltre al fatto che, secondo quanto avevo letto, Microsoft non paga le tasse in Italia ma in Irlanda (!) perché più conveniente.

Restano tutti gli altri vantaggi elencati nel documento informativo del comune.

5. Destynova - 13/03 @ 18:11

Questo post mi ha fatto diventare triste, un progetto del genere era partito anche in Sardegna, l’obbiettivo doveva essere la migrazione di un assessorato della regione da MS Office a OpenOffice, la sperimentazione è andata bene e c’era la volontà di passare alla fase operativa…

Da Novembre 2008 ad oggi non hanno ancora deciso nulla, una ventina di persone, quelle migrate per il test, sta usando OpenOffice in un ambiente che usa Ms Office con il conseguente rischio che, in caso di gravi problemi, decidano di tornare alla suite Microsoft…

@barra
Quando un PA valuta una migrazione, il risparmio non è l’unico parametro che deve tener conto.
Ad esempio è importante valutare le ricadute sociali ed economiche nel caso di adozione di software open source, in questo caso, infatti, l’investimento ricade all’interno del territorio che ospita la PA, i soldi dati a Microsoft non restano, per la maggior parte, in Italia ma fanno un bel volo oltreoceano.
L’open source aumenta il numero di aziende che possono lavorare con le PA, ciò è vero in particolar modo in Italia dove le piccole medie imprese sono preponderanti e le certificazioni per prodotti proprietari sono costose.
Inoltre non serve una grossa azienda, semmai serve un know how diffuso sul territorio e, per fortuna, in Italia è così e le istituzioni ne devono tener conto, non possono comportarsi come normali clienti privati.

6. gp - 13/03 @ 18:16

Barra, quello che dici è sacrosante ed il tuo discorso non fa una piega.
Si può solo essere d’accordo.
La mia provocazione era un tantino più sottile…perché noi Italia in queste cose arriviamo sempre in ritardo? E visto, come dici giustamente te, che in Italia non esiste ancora a livello di assistenza un grossa infrastruttura OpenSource, perché non avviare sperimentazioni?
Iniziative locali come il comune di Bologna sono sempre meglio di niente ma cercare di estendere la cosa a livello nazionale sarebbe si qualcosa di interessante.

gp

7. barra - 13/03 @ 18:17

Hai ragione office non è necessario nella PA ma qui si parla di qualcosa di più complesso: informatizzare tutta la PA significa prendere un mare di sistemi eterogenei e non compatibili tra di loro, accentrare le informazioni, stabilire regole di accesso, distribuzione ecc su scala nazionale.

L’idea del progetto è mettere in collegamento asl, enti pubblici, tutta la pubblica amministrazione ecc. Nella baracca licenze di office e windows diventano probabilmente secondarie.

In teoria (perchè bisogna vedee se c’è la volontà di rendere operativo tutto ciò) significa risparmio di tempo, meno soldi spesi, meno code (se tutto è fattibile online), meno traffico per strada (non so voi ma io per questioni ‘amministrative’ giro almeno un paio di gg al mese). All’estero c’è maggiore cultura informatica ma noi siamo decisamente indietro. Pensa che oggi mi ha rchiamato un cliente per chiedermi quale comando avevo usato per duplicare un oggetto all’interno di scribus (versione windows). Gli ho risposto quello che si usa per copiare all’interno di qualunque altro programma: CTRL+C e CTRL+V. Lui è caduto dalle nuvole e pensare che lavora 8 ore al giorno con word ed excel. Con gente così cosa vuoi parlare di linux e dei concetti di informatica. Sono scimmie che devono solo imparare a memoria 4 cavolate.

8. barra - 13/03 @ 18:25

@pippo
Canonical dove le paga? non penso in francia. Ci sono comunque tanti dipendenti che lavorano in italia, ricercatori pagati da MS ecc.

@Destynova
in un paese sempre senza soldi come il nostro è risparmiare cmq un fattore importante.

Inoltre: le ammistrazioni locali (regioni e comuni) possono anche accontentarsi di un supporto + localizzato ma vogliamo mettere polizia, carabinieri, inps, inail?

@gp
le sperimentazioni si sono fatte, pagate da MS che ha investito molto in ricerca in questo settore in italia. L’accordo con MS deriva proprio da questo: anni di sperimentazione, sviluppo di un progetto ecc dove lo stato non ha speso una lira.

E chiedere a MS di usare openoffice non mi sembra il caso, magari (come sono quasi certo che si sia verificato) gli si impone il pdf come formato standard e si tira decisamente sul costo di licenze.

9. Anonimo - 13/03 @ 18:26

ragazzi… riprendendo un’idea già espressa in un altro contesto dal nostro felipe, ma volete mettere come quegli ignoranti informatici che abbiamo al ministero si saranno sentiti informaticamente superiori mentre pronunciavano le parole “accordo con microsoft”?

10. orchideo - 13/03 @ 18:40

alé

11. Destynova - 13/03 @ 18:50

@barra
L’Italia non è un paese senza soldi, è un paese che non sa investire. L’open source aiuta a risparmiare ma sopratutto costituisce un investimento sul territorio e sulla diffusione della conoscenza. I soldi spesi con Microsoft non sono quasi mai un investimento sul territorio, sono soldi che vanno altrove, ed inoltre originano il fenomeno del lock-in, ovvero la PA perde la libertà di decidere i propri fornitori di servizi informatici, il costo delle migrazioni è in massima parte generato dalle difficoltà di spezzare il lock-in con Microsoft.

Inoltre, occhio al risparmio, i valori dichiarati sono in genere totalmente sballati, e ciò vale anche quando si migra all’open source, non pensiate che ogni postazione, nella PA, con Ms Office abbia poi la relativa licenza ;)

Resto dell’idea che non serva una grossa azienda per migrare a livello nazionale, l’importante è seguire un unico progetto. Anzi, oserei dire che lasciar fare tutto ad una sola azienda sarebbe una cosa da evitare, sopratutto quando c’è di mezzo una PA…

12. Destynova - 13/03 @ 18:56

Il pdf non è un problema, non serve che Microsoft lo adotti, le PA usano da tempo pdf creator quando devono generare pdf. E comunque il pdf non è una tipologia di formato ideale per le PA, molto spesso su un documento ci lavorano più persone e deve, quindi, risultare modificabile; non è detto che queste persone stiano nella stessa struttura.

13. barra - 13/03 @ 19:01

Tutto condivisibile se non fosse che abbiamo il triplo dei dipendenti pubblici di una nazione come la Francia. Si spende troppo per produrre poco (in termini di servizi offerti ai cittadini).

Attualmente era necessario appunto sviluppare un progetto rivolto a questo. Chi in italia poteva farlo? IBM? visti i poltigli fatti con italia.it (in collaborazione con le poste italiane) meglio girare alla larga. RH? ha in italia le giuste professionalità?
Poi ripeto: finora i soldi sono stati investiti da MS. E in un paese dove di soliti i soldi vengono dati dallo stato ad aziende che poi non concludono IMHO è una bella novità…

MS ha aperto un centro di ricerca per studiare soluzioni per il VoIP all’interno delle PA in Italia. Qui in Italia purtroppo nessuno investe sull’opensource (ho lavorato con molte aziende che sfruttano l’opensource e non rilasciano mai le modifiche fatte agli applicativi) e lo stato mi spiace ma in questo momento ha altri problemi a cui pensare. Dovrebbe essere negli interessi di aziende come fiat ad esempio investire nell’opensource, magari sulla rete di vendita come ha fatto il gruppo PSG in francia (ben prima di questa cosa del governo francese).

14. elect - 13/03 @ 19:05

In Francia la Polizia ha risparmiato 50 milioni secchi secchi con Ubuntu :O

15. Destynova - 13/03 @ 19:40

Non vedo dove il numero di dipendenti pubblici si possa incastrare in questa discussione, a meno che qualcuno non stia pensando che un migliore infrastruttura informatica possa aumentare la produttività degli impiegati… È un fenomeno ciclico, ogni tanto qualcuno si sveglia e pensa di investire soldi per migliorare l’infrastruttura informatica al fine di aumentare la produttività, ma dopo aver speso i soldi la produttività non rislta aumentata, anzi, a volte risulta diminuita… Non è il mezzo informatico che limita il lavoro dell’impiegato, bensì come viene organizzato e gestito il suo lavoro; se gli dai un pc più potente (o un applicativo migliore) risparmierà 5 secondi per l’avvio, qualche secondo per l’apertura dei programmi, a fine giornata avrà qualche minuto in più… ma non sono i minuti il problema delle PA italiane…

Dire che i soldi dati alla MS sono una bella novità, beh dai, converrai che è alquanto acrobatico.

Microsoft investe, ma investe per se stessa e per il solo proprio vantaggio, spesso più che tecnologia si sviluppano tecniche di lock in. Microsoft investe nel voip? Beh tantissime piccole aziende forniscono, grazie all’open source, servizi di voip ad aziende e PA, le quali non rischiano fenomeni di lock in. Chissà il voip di microsoft…

È poi falso che non ci siano aziende che investono sull’open source, la mia zona, pur essendo depressa economicamente, può contare totalmente open source come flosslab, oppure progetti di successo come japs.

Lo stato deve pensare allo sviluppo economico del paese, gli accordi microsoft vanno in direzione opposta.

16. aNoNiMo - 13/03 @ 19:47

indipendentemente da qualsiasi sega mentale sulla convenienza del software microsoft… il futuro delle PA è sempre e solo l’opensource.
le motivazioni stanno nel significato di “pubblica amministrazione”

17. aNoNiMo - 13/03 @ 19:53

@barra
se proprio vuoi risolvere il problema della consulenza… brunetta poteva assumere qualche centinaio di consulenti invece di buttare i soldi nel cesso tirando l’acqua con software proprietario.
di questi tempi non sarebbe malaccio no?

18. barra - 13/03 @ 20:00

Il numero dei dipendenti centra perchè se ho un budget a disposizione e questo mi viene bruciato dal pagare gli stipendi non ho risorse per innovare.

Mi spiace ma sbagli di grosso. Non so cosa fai per vivere ma posso io vendo e configuro soluzioni software che si prefiggono di migliorare la produttività aziendale. I miei clienti di solito dicono che ho ragione. Nonsi tratta di hardware ma software. Se ti do un programma che è in grado di pescarsi da solo le informazioni dalla rete allora tu non perdi tempo ad inserirle a mano. Questo è il progetto. Attualmente in italia c’è una persona che inserisce una pratica che viene stampata, spedita a un’altro uffcio che ricopia la pratica nel suo sistema (incompatibile con il precedente), elabora tutto, ristampa e rispedisce al mittente con la risposta che sarà inserita manualmente nel terminale.

E in tutto questo speriamo che non vada perso qualche plico altrimenti succede come spesso si sente (e mi è capitato personalmente) che persone morte debbano pagare le tasse, che multe vengano contestate anni dopo aver venduto la macchina ecc.

Non ti rendi conto della complessità di gestire un sistema di queste dimensioni. Io mi trovo regolarmente a litigare con aziende che fanno da scaricabarile. Ho perso ore su un pc dove un applicativo sviluppato da un’altra azienda non funzionava, alla fine ho sostituito il pc, il problema è rimasto e solo allora (dopo + di 20 ore passata a fare analisi e test ripetendo ogni 5 minuti che ero certo non fosse la macchina) hanno ammesso che era il programma. Te la immagini una PA gestita con gente di questo tipo? 50 aziende per fare funzionare il voip in tutti gli uffici pubblici italiani?

Japs è una piccola eccezione alla regola. Ho lavorato con varie aziende che si occupano di voip, crm e simili. E regolarmente prendono l’applicativo, sviluppano ‘verticalizzazioni’ che si fanno pagare care e poi mettono nel cassetto per riutilizzarle in futuro senza contribuire. Ho visto mettere pezze a bachi del programma e diffonderle alla comunità ecc.

Mi è capitato davvero spesso, per questo ho ormai poca fiducia nelle aziende italiane che lavorano con l’opensource.

@aNoNiMo
Dove trovava un centinaio di consulenti esperti e in grado di lavorare insieme? mettere su una struttura del genere sarebbe costata una cifra non di poco conto. E certemente Brunetta non avrebbe avuto le capacità per coordinare un progetto del genere.

Ragazzi non dico che non si potesse fare, dico solo che MS si è proposta e tanto male la soluzione realizzata non è. Sviluppare lo stesso con strumenti opensource sarebbe stato meglio, più economico, più intelligente. IN ITALIA però non abbiamo nessuno in grado di realizzare una cosa del genere (forse IBM ma con Domino e C non sarebbe stato quasi come le soluzioni MS).

19. cretox - 13/03 @ 20:04

\o/ |o/ /o/ aNoNiMo \o\ \o| \o/

20. BuonTest - 13/03 @ 20:16

Finalmente un buon test per Linux.

In pratica lo stanno utilizzando da due anni,
mi sembra ancora un po’ presto per dare dei giudizi,
vedremo come andrà a finire ;)

21. BuonTest - 13/03 @ 20:16

Ah naturalmente mi riferivo alla Francia ;)

22. playwords - 13/03 @ 20:58

Beh, si fa per dire… ma in Regione Toscana è da giungo 08 che usano Open Office dismettendo MS Office gradualmente. Per quanto ne so io in un paio di mesi già non usavano altro che OO, con qualche problema iniziale sulla parte database della suite. Ma è l’inizio, se tutto va bene hanno intenzione entro il 2010 di migrare quasi tutte le postazioni, già i server sono quasi solo Linux. Teroicamente a quanto mi è stato detto dovrebbero tenere solo le workstation con software tipo AutoCAD etc.

23. tecnofaith - 13/03 @ 21:20

mancano i tecnici perché manca il giusto insegnamento nelle scuole.
ltsp e italc pregate per noi
mancano i tecnici perché manca la professionalità nei tecnici.
rh, prega per noi…
mancano i tecnici perché nel nostro paese l’informazione si paga sempre
google prega per noi…
mancano i tecnici perché manca proprio il substrato cognitivo nel paese.
debian prega per noi…

ps…
federica, giuro che polly ce l’ha messa tutta! …Prego felipe!

^^

24. Orgoglioso del mio Comune | Internet fundraising - 13/03 @ 22:34

[...] Leggo dal blog Pollycoke (che seguo sempre!) che il mio comune sta pensando di abbandonare il software proprietario e [...]

25. Stefano - 14/03 @ 11:30

ma pensate a far pagar le tasse per far cassa

26. matteo - 14/03 @ 11:56

ma cosa dici???????????
non pagare le licenze di software proprietari significa risparmio e molto visto che i pc sono migliaia. e se il comune risparmia fa buona cassa!

ovvio che le tasse le devo pagare tutti…tutti…ma non c’entra nulla capisci?!

si tratta di risparmiare su licenze d’uso….perche paragare office quando si ha openoffice?e se consideri che le licenze che paga il comune di bologna sono un fracco…capisci che il risparmio non è poco!

27. cloc3 - 14/03 @ 14:02

per me, quella di attaccare M$ diffondendo openoffice è una politica con il braccino.
si fa la fine di D’Alema, che voleva attaccare Berlusconi senza toccargli le tv.

openoffice è un programma ciofeca. in openoffice non funziona nulla, nemmeno il taglia-incolla col mouse.
secondo me, l’unica salvezza è aborli entrambi, sia openoffice che world.
sono strumenti per pubblicare libri, non lettere.
se usi l’incudine per schiacciare un uvo, metti tra te e il tuo obiettivo un ostacolo tecnologico immenso, e non ne avrai indietro che un gran mal di schiena.

l’unica soluzione è la cultura, che permette di proporre linux nudo e crudo come mamma l’ha fatto. dunque, meno openoffice, meno kde4 ossigenato, più xfce, semplicità, standard e modestia, a cominciare dall’istruzione, che la strada è battuta.

28. lucapas - 14/03 @ 14:53

Non ho ben capito il tuo discorso cloc3, intendi che è meglio usare Abiword e Gnumeric? :-D

Purtroppo in italia non si vede più in là del proprio naso. Io invece sono per una visione a lungo, anzi, a lunghissimo termine e la soluzione Open Source è perciò obbligatoria, specie per pubbliche amministrazioni, scuole, università ecc.

29. Stefano - 14/03 @ 20:48

ripeto, paghiamo tutti le tasse e i soldi per fare le cose ci sono e ci saranno.

In uno stato dove tutti rubano, ruberanno anche chi da assistenza ai prodotti opensource dunque preferisco ancora dare i soldi alla MS, che vi fa i sistemi operativi sbrillucicosi che vi scaricate comunque gratis e che usate per tenere traccia del nero che fate nel vostro negozio di vernice

30. Francesco Apollonio - 14/03 @ 21:07

sin da quando sono arrivato qui in questa città ho sempre apprezzato “lo spirito libero” che girava nell’aria… a partire dall’internet point in sala borsa che utilizzava (4 anni fa) kubuntu, vedo che continuano a migliorare le cose… bene bene

31. iced - 15/03 @ 7:55

Scusate il dubbio: prossimamente ci sono le elezioni comunali a Bologna? Ok, ok, sono il solito sospettoso, ma, sapete com’è, bisogna vedere le cose sempre da tutti i punti di vista…

ciao, iced

32. kintaroisland.wordpress.com/ - 15/03 @ 12:49

Segnalo una ricerca molto interessante per tutte le PA o aziende varie che intendono usare software FLOSS. Purtroppo non mi sembra accessibile online, ma al momento punto informatico ha pubblicato un paio di articoli in merito.

Sinceramente non capisco perchè scegliere Micorsoft quando c’è la Sun che offre StarOffice (OpenOffice con tutta l’assistenza del caso) a un prezzo nettamente inferiore.
Per questo credo che la questione “software open source=nessuna assistenza” sia un po’ un mito da sfatare.

33. Claudio - 15/03 @ 18:31

Così, tanto per aggiungere aneddoti…
Io lavoro in un ufficio tecnico in un comune, sono ingengere civile, quindi lavori pubblici ecc…
Sul mio pc ho fatto installare Openoffice, anche se c’è office 2000 installato. Tutte le postazioni hanno MSOffice 2000, qualcuna il 2003.
Poi ho fatto mettere Gimp, e poi senza il permesso del CED mi sono messo su Firefox, Inkscape, Scribus… (dato che per l’installazione non serve toccare il registro).
Alla faccia di chi dice che Openoffice non serve, abbinandolo con Sqlite tramite Base mi sono fatto un DB che collegato ai documenti di contabilità dei lavori mi permette rapiamente di compilarli senza riscrivere cento volte i dati (produttività, mi dicono): non è niente di difficile, basta mettersi.
Pensate allora che io lo abbia proposto anche ai miei colleghi? No, perché serve sapere come mettere dentro i campi nei template dei documenti, serve sapere che talvolta con Sqlite le joint mal scritte non vanno… insomma, serve sapere come usare un programma e bisogna avere l’approccio del “provo ad arrangiarmi” e non quello del “chiamo il CED”.
Non mancano i programmi, manca la conoscenza dell’informatica. Di base, non parlo di programmazione.
Nell’ufficio accanto al mio si usa Qgis e Gvsig, oltre ovviamente ad AutoCad Map ecc… loro fanno magie con gis e database e assieme ci mettiamo spesso a cercare di risolvere problemi di compatibilità dei dati… qual’è il nesso? Abbiamo 30 anni, ecco qual’é. Il mio capo non sa stampare una tabella da excel senza trovarsi con le colonne spezzate su 10 fogli diversi, non sa usare Autocad, ha ancora problemi con mail e internet. Lui ne ha 50 di anni: vagli tu a dire di farsi un corso.
Fine.

34. diggita.it - 15/03 @ 21:51

Open source nel Comune di Bologna…

Il Comune di Bologna ha avviato una sperimentazione per l’introduzione graduale dell’applicativo OpenOffice.org nei propri PC, all’interno di un progetto più ampio….

35. Puppy - 18/03 @ 23:01

Anche in Sicilia sembra che stia prendendo piede Linux ed il mondo OpenSouce.
Sembra addirittura che abbiano realizzato una nuova distro “hymera” o qualcosa di simile